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Diplomatici stranieri confutano bugie sullo Xinjiang dopo visita di quattro giorni – CGTN (Traduzione)

La questione degli uiguri islamici dello Xinjiang, regione autonoma all’estremo Ovest della Cina, è attualmente il tema principale con cui gli Stati Uniti (e con loro l’Unione Europea) creano ostruzionismo nei confronti della Cina, accusata di “genocidio” su base religiosa (la complessa questione verrà trattata in maniera esaustiva con un successivo articolo).

Lo Xinjiang è una regione periferica e di confine, estremamente importante per i collegamenti via terra creati dalla Nuova Via della Seta cinese, la Belt and Road Initiative, nata principalmente per “smarcare” la Cina dalla chiusura geografica ad est e sud, dove Stati Uniti e relativi sottoposti mantengono una posizione dominante e pressione militare.

La regione subisce da anni gravissimi attacchi terroristici da parte di fanatici e fondamentalisti, che hanno lasciato dietro di se una lunga scia di morti e feriti. Nell’area centro-asiatica, il fondamentalismo islamico su base separatista ed etnica è da sempre uno degli strumenti che l’occidente utilizza come destabilizzatore nei paesi non allineati; un esempio esaustivo, i mujaheddin in Afghanistan.

La Cina contrasta tale fenomeno con un programma di reintegro nella società dei soggetti caduti nella trappola del fondamentalismo, una deradicalizzazione tramite formazione e studio. In molti entrano volontariamente in tale programma, spesso su consiglio familiare, continuando a risiedere nel proprio domicilio e non trattenuti nelle strutture (la soluzione attuata dagli statunitensi allo stesso problema è Guantanamo ed Abu Ghraib).

Fino alla fine del 2020, gli Stati Uniti hanno classificato il Movimento Islamico uiguro del Turkestan orientale come un gruppo terroristico, hanno combattuto contro i combattenti uiguri in Afghanistan e ne hanno tenuti molti come prigionieri. Nel luglio 2020, le Nazioni Unite hanno riportato la presenza di migliaia di combattenti uiguri in Afghanistan e Siria.

Ricordiamo che l’unica fonte sulla quale l’occidente accusa di “genocidio”, è un rapporto dell’antropologo tedesco Adrian Zenz, teologo e anti-comunista che non ha mai visitato lo Xinjiang e con nessuna esperienza sulla Cina, vicino alla setta del Falun Gong. A sua volta, Zenz ha basato il suo rapporto sulla campagna anticinese portata avanti da Rebiya Kadeer, ex deputata della Conferenza Consultiva politica del popolo cinese, fuggita negli Stati Uniti dopo una condanna per evasione fiscale milionaria e spionaggio.

Il governo cinese ha invitato più volte osservatori occidentali a visitare la regione, questi hanno sempre rifiutato.

Una commissione delle Nazioni Unite e della Banca Mondiale ha visitato 3 volte la regione. Durante la 44° sessione del Consiglio sui diritti umani, ha ringraziato la Cina per la sua apertura e dell’invito alla visita per oltre 1000 diplomatici, giornalisti e religiosi, che hanno potuto constatare i risultati positivi ottenuti nella zona, sostenendo “sollecitiamo ad astenersi dal fare accuse infondate contro la Cina basate sulla disinformazione”.

L’Organizzazione della cooperazione islamica ha eseguito un’investigazione sul presunto genocidio anti-islamico, non rilevando nessun abuso e lodando il programma di deradicalizzazione cinese. Tutti i paesi islamici hanno votato in favore della Cina presso l’ONU. Contro, e utilizzando il termine “genocidio”, solamente i paesi occidentali filo-americani.

Una pluralità di giornalisti e reporter (occidentali e non) che hanno visitato anche per anni la regione dello Xinjiang, confermano quanto sopra riportato (tra cui, citiamo, André Vltchek, morto in maniera sospetta dopo aver contraddetto le accuse occidentali).

Dal 30 marzo al 2 aprile, una delegazione composta da più di 30 diplomatici provenienti da circa 21 paesi (a maggioranza islamica) ha visitato lo Xinjiang. Riportiamo a seguire la traduzione dell’articolo di CGTN, che ripercorre tale visita.

Marcello Colasanti

Ringraziamo per la condivisione e citazione Civiltà Islamica.

Diplomatici stranieri confutano bugie sullo Xinjiang dopo visita di quattro giorni – CGTN (Traduzione)

Articolo originale con all’interno videointervista: Foreign diplomats refute lies about Xinjiang after four-day visit – CGTN

Assaporando un pezzo di naan (pane tipico dell’Asia orientale e centrale, NDT) cosparso di spezie e chiacchierando con un panettiere al Grand Bazaar internazionale di Urumqi, Vladimir Norov è rimasto stupito da come questo cibo simile al pane abbia stimolato lo sviluppo della regione autonoma uigura dello Xinjiang nel nord-ovest della Cina.

Il naan ha una perfetta integrazione di tradizione e modernità“, ha dichiarato Norov, segretario generale della Shanghai Cooperation Organization (SCO).

Ciò che lo ha colpito di più è stata la catena industriale guidata dal naan, una porzione di cibo quotidiano per la gente dello Xinjiang, che sta guadagnando popolarità anche in altre parti della Cina. La produzione di naan coinvolge la produzione agricola, la lavorazione, la logistica, la creatività culturale e l’industria turistica, fornendo così varie posizioni per le persone in cerca di lavoro.

Preparazione del naan (NDT)

Norov non è l’unico rimasto colpito dallo sviluppo sociale ed economico nello Xinjiang negli ultimi anni.

Dal 30 marzo al 2 aprile, una delegazione composta da Norov e più di 30 diplomatici provenienti da circa 21 paesi ha visitato lo Xinjiang.

Hanno parlato con gente del posto di vari settori della società, visitato scuole e imprese locali e sfatato voci sullo Xinjiang, una regione la cui immagine è spesso distorta da alcuni politici, organizzazioni e media occidentali.


Diplomatici stranieri visitano un residente nella città di Nazarbagh in Kashgar, nella regione autonoma uigura dello Xinjiang nord-occidentale cinese, il 31 marzo 2021. /Xinhua


Diplomatici smentiscono bugie di alcuni media occidentali

Mohammad Keshavarz-Zadeh, l’ambasciatore iraniano in Cina, ha riferito che le attività religiose nelle moschee si sono svolte in linea con la volontà del popolo musulmano, dopo aver visitato le moschee nella capitale regionale Urumqi e Kashgar. E’ rimasto anche stupito dalle condizioni delle moschee locali.

Come musulmano, ho pregato nella moschea. Ho visto che le persone sono libere di praticare le loro attività religiose”, aggiungendo che le moschee sono spaziose e luminose, i tappeti sono morbidi e puliti e ci sono tavoli e sedie per la comodità degli anziani e dei disabili. Ci sono anche servizi come toilettes, sale per l’abluzione, mense e centri culturali, ha detto Mohammad Keshavarz-Zadeh.

Riferisce di aver notato che gli sforzi del governo cinese nella lotta contro il terrorismo sono autentici e stanno dando i loro frutti.

“Non ci sono stati incidenti terroristici in tutta la regione negli ultimi quattro anni”, ha detto Shohrat Zakir, presidente del governo regionale dello Xinjiang, alla delegazione in un briefing tenutosi venerdì a Urumqi.

Il punto di vista di Mohammad Keshavarz-Zadeh è stato ripreso da Mahendra Bahadur Pandey, l’ambasciatore nepalese in Cina, durante la loro visita a una mostra sul tema dell’ardua lotta al terrorismo e all’estremismo nello Xinjiang.

“Apprezzo il fatto che il governo e il popolo cinese non solo controllino sostanzialmente il terrorismo, ma abbiano dato nuovi stili di vita, tra cui la formazione professionale e l’istruzione. Significa che le persone nello Xinjiang non vengono represse e che hanno avuto l’opportunità di andare avanti verso la pace e lo sviluppo”, ha detto Pandey.

L’incaricato d’affari ad Interim dell’ambasciata russa in Cina Ivan Zhelokhovtsev ha espresso sostegno e apprezzamento per le politiche introdotte nello Xinjiang. Ha riferito che gli sforzi del governo cinese hanno sviluppato l’economia dello Xinjiang, mantenuto la stabilità e i mezzi di sostentamento di molte persone sono notevolmente migliorati.

Ha aggiunto di non aver trovato i problemi riportati da alcuni organi di informazione occidentali durante il suo soggiorno nella regione, e i rapporti non avrebbero influenzato le sue opinioni su questioni relative allo Xinjiang.


Diplomatici stranieri visitano una stazione di approvvigionamento idrico rurale nella contea di Payzawat, nella regione autonoma cinese dello Xinjiang Uygur, il 31 marzo 2021. /Xinhua



Le persone nello Xinjiang vivono una vita migliore

Sostenendo una politica di sviluppo incentrata sulle persone e prendendo come obiettivo il desiderio di una vita migliore, lo Xinjiang ha raggiunto risultati senza precedenti nel promuovere lo sviluppo economico e sociale e nel migliorare i mezzi di sussistenza delle persone“, ha affermato Shohrat Zakir.

Barataji Abdulla, un 33enne residente nella città di Nazarbagh a Kashgar, una volta era un tassista. Dopo essere stato profondamente influenzato dall’estremismo, si rifiutò di fornire servizi a persone non musulmane.

Per rimettere in sesto la sua vita, i suoi familiari lo hanno convinto a entrare a far parte di un centro locale di istruzione e formazione professionale nel maggio 2018, dove ha imparato leggi e competenze professionali. Dopo essersi laureato l’anno seguente, è diventato un autista di camion-pompa con un reddito mensile di oltre 6.000 yuan ($914) e ora vive una vita stabile.

Sobah Rasheed, ministro consigliere dell’ambasciata delle Maldive in Cina, si è detto felice di vedere che Abdulla si è sbarazzato di pensieri estremi ed è diventato riflessivo e lungimirante.

I diplomatici hanno anche visitato le imprese tessili. In un laboratorio di produzione di una fabbrica tessile ad Aksu, le moderne macchine funzionano a pieno regime.

Akram Zeynalli, l’ambasciatore dell’Azerbaigian in Cina, ha detto che le macchine qui sono molto avanzate e non ha visto nulla di negativo nell’area di lavoro o negli alloggi del personale. “Mi sento molto bene nel visitare questo luogo.”

Diplomatici stranieri visitano un’impresa tessile nella regione autonoma uigura dello Xinjiang nord-occidentale, 1 aprile 2021. /Xinhua

Sanmugan Subramaniam, ministro dell’ambasciata della Malesia in Cina, ha affermato che ci sono molte imprese tessili che forniscono un gran numero di posizioni per le persone locali in cerca di lavoro, il che è di grande importanza per lo sviluppo economico.

“Spero di avere più opportunità di visitare lo Xinjiang in futuro e sentire il suo progresso e sviluppo”, ha dichiarato Sanmugan Subramaniam.

Dal 2014 al 2019, il PIL dello Xinjiang è aumentato da 919,59 miliardi di yuan a 1,36 trilioni di yuan, con un tasso medio di crescita annuale del 7,2%. Inoltre, 3,06 milioni di residenti rurali nella regione sono stati sollevati dalla povertà.

Sono profondamente colpito dal rapido sviluppo dello Xinjiang. Le persone di tutti i gruppi etnici vivono e lavorano in pace e soddisfazione e godono di pari diritti“, ha affermato Vladimir Norov.

Ha affermato che l’OCS (Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, NDT) si è impegnata a mantenere la sicurezza e la stabilità e a promuovere la prosperità e lo sviluppo dei suoi Stati membri. Molti sviluppi dello Xinjiang ed esperienze di governance meritano di essere appresi, ha aggiunto.

Fonte: Agenzia di stampa Xinhua

Foreign diplomats refute lies about Xinjiang after four-day visit – CGTN

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