Articoli del 2024 · Commemorazioni · Letture e Citazioni consigliate · Repressione e controllo · Storia

Venticinquemila morti: l’olocausto della Comune. Parigi, 1871.

Strada di Parigi durante la Comune, Maximilien Luce, Museo d’Arte Moderna, Parigi.

A 153 anni dalla Comune di Parigi, un estratto di Storia illustrata dell’Aprile 1971, fonte di certo non allineata agli ideali dei comunardi, che comunque ci fa comprendere il dramma della repressione e mattanza che subirono, nell’indifferenza della borghesia che proseguiva la propria vita nel lusso:

“La lotta è impari. Tra i federati si distingue una figura di donna, Louise Michel, una maestrina attempata che diventerà leggendaria sotto il nome di «Vergine Rossa della Comune», la prima «pasionaria» della storia. Non bella ma coraggiosa, Louise Michel corre da una barricata all’altra a rincuorare i combattenti, e il suo esempio trascina altre popolane ad imbracciare il fucile a fianco degli uomini. Il poeta Verlaine, testimone di quelle giornate, le dedicherà più tardi un sonetto.
Louise Michel, il generale Brunel, l’esule polacco Dombrowski, le donne e i ragazzi sulle barricate di Montmartre: tutte figure episodiche di una resistenza disperata ma più efficace sul piano umano che su quello militare. Nel volgere di pochi giorni, i comunardi passano dall’euforia alla rassegnazione. Muoiono senza speranza di vittoria.
Le truppe di Mac Mahon avanzano tra le fiamme, le barricate, i cumuli di rovine, fucilando e massacrando senza pietà. In place Pigalle, il generale Gallifet a cavallo si erge sulle staffe e indicando la folla di operai, donne, bambini, soldati federati prigionieri, dà l’ordine secco e tagliente di «sparare su quel mucchio».
All’alba del 26 maggio, i fucilieri di marina espugnano il cimitero del Père Lachaise, uno degli ultimi nidi di resistenza dei federati. Poi, l’esercito di Thiers “ripulisce” la capitale fermando ogni cittadino che abbia l’aspetto di operaio o che rechi sulle mani una traccia di polvere da sparo.

Dopo la fucilazione i cadaveri dei comunardi venivano esposti in pubblico come monito.

«Mentre gli insorti terrorizzati errano in un’agonia disperata nel labirinto delle tombe del Père Lachaise» scrive il corrispondente di un giornale londinese «e dei poveretti sono cacciati nelle strade per essere abbattuti in massa dalle mitragliatrici, è cosa rivoltante vedere i caffè zeppi di fedeli dell’alcol, del biliardo e del domino; vedere la sfrontatezza femminile farsi largo sui boulevards, e il chiasso delle orge proveniente dai salotti riservati dei ristoranti di lusso turbare la quiete notturna.»
Il foglio conservatore francese «Le Figaro» si compiace invece della soluzione finale: “I nostri soldati” scrive “hanno semplificato il compito delle corti marziali, fucilando la gente sul posto“.

Venticinquemila morti, secondo le stime più prudenti, sono l’olocausto della Comune.

Muro dei federati presso il cimitero Père Lachaise, Parigi. © Marcello Colasanti.

Leggi anche: 150 anni dalla Comune di Parigi.

Sostieni il sito

Ogni articolo o servizio fotografico è realizzato per una fruizione gratuita. Ma contenuti di qualità richiedono tempo e (purtroppo) denaro. Se hai apprezzato qualcosa e vuoi sostenere il sito, il Riccio ringrazia!

2,00 €

Donazione una tantum

Scegli un importo

€2,00
€5,00
€10,00

O inserisci un importo personalizzato


Apprezziamo il tuo contributo.

Fai una donazione

Lascia un commento