
18/03/1871 – 150 anni dalla Comune di Parigi.
Quando la folla oggi cambia
Rotta come l’oceano
E a morire è pronta
La Comune risorgerà
Ci uniremo alla folla innumerevole
Verremo da tutte le strade
Spettri vendicatori che sorgono dalle ombre
Verremo stringendoci le mani
La morte porterà lo stendardo
La bandiera nera velata di sangue
E viola fiorirà sotto il cielo ardente
Louise Michel. Canzone delle prigioni, maggio del 1871
Il monumento funebre dei fucilati
(Le tombeau des fusillés)
Adornano generosamente il muro
venti bandiere rosse riunite,
nascondono i fori della mitraglia
da cui i vinti furono crivellati.
Molto più bella dei monumenti
sulle tombe che costruì l’orgoglio,
l’erba copre la sepoltura
dei morti inumati senza bara.
Questo tappeto d’erba, che il sole indora,
quando maggio sorge dalle selve ridestate,
questo muro che la storia decora,
che sanguina ancora,
è il monumento funebre
dei fucilati.
Attorno questa tomba senza fregi,
il proletario, sprezzando le leggi,
degli eroi del Settantuno
ascolta cantare le imprese.
E’ la tempesta o è l’onda
che monta, all’assalto d’uno scoglio?
E’ la gran voce della folla
che consola i morti senza bara.
Ascolta, buon borghese che tremi:
piangendo coloro che credevi dimenticati,
il popolo intero si aduna
e insieme viene
presso il monumento funebre
dei fucilati.
Lupi della Settimana di sangue,
sappiatelo, l’agnello ricorda.
Del popolo la giustizia è lenta,
è lenta, ma viene!
Il figlio farà come il padre,
la vendetta è in agguato al varco,
temete di veder uscir dalla terra
i morti sepolti senza bara.
Tremate! I leoni, istigati,
mordono quando sono svegliati!
Fiore rosso schiuso tra il muschio,
l’avvenire già preme
sul monumento funebre
dei fucilati.
Puoi leggerlo anche su Medium.