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Bella Ciao in ogni casa. 25 Aprile 2020, Festa della Liberazione. VIDEO

Questo 25 Aprile ci vede obbligati, in ogni senso, a ricordare e festeggiare il 75° anniversario della Liberazione in maniera atipica. Unica, guardando agli anni trascorsi dalla fine della guerra ad oggi.
Il nostro consueto incontro nelle piazze e nelle strade non sarà possibile, in linea con i decreti in atto, lasciando posto a collegamenti online con le realtà istituzionali, politiche e di associazione.

L‘ANPI, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, oltre ad aver preparato una fitta programmazione online per la giornata (consultabile qui), ci invita:
“Quest’ anno non potremo scendere in piazza ma non ci fermeremo. Il 25 aprile alle ore 15, l’ora in cui ogni anno parte a Milano il grande corteo nazionale, invitiamo tutti caldamente ad esporre dalle finestre, dai balconi il tricolore e ad intonare Bella ciao. In un momento intenso saremo insieme, con la Liberazione nel cuore. Con la sua bella e unitaria energia.”

Gli eventi e l’appello seguono una linea ragionevole e il rispetto dei decreti, com’è giusto che sia da parte di un’associazione che ha un rapporto e un peso istituzionale.

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Purtroppo la politica e la storia ci insegnano che una piazza vuota, verrà sempre riempita da qualcun altro (e forse potevamo fare qualcosa in più per mantenerla anche in questa occasione, cosa che non spetta all’ANPI, ma a tutti i cittadini che si riconoscono nei valori costituzionali e della resistenza, in rapporto anche a dei decreti e alla loro arbitraria applicazione che ad oggi, 25 Aprile, appaiono sempre più deboli se relazionati indiscriminatamente su tutto il territorio).
E chi da anni mira a distruggere l’importanza del giorno della Liberazione, della Memoria partigiana, dei valori della Resistenza con l’ormai trentennale revisionismo storico in chiave fascista, non ha di certo perso l’occasione per approfittare di questo difficile periodo.

Ci riferiamo alla frase vergognosa e senza storia del direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti, sostenendo che il “coronavirus ci ha fatto pure il regalo – uno dei pochi – di liberarci, per la prima volta dal dopoguerra, della retorica del 25 aprile, quantomeno della sua rappresentazione fisica nella quale, peraltro, non c’è più un partigiano a pagarlo oro”.
Alla proposta di Ignazio La Russa di cancellare dal 25 Aprile la “Liberazione dal nazifascismo” con un’ampia e vaga “giornata dei caduti di tutte le guerre e del coronavirus”, giustificato da un retorico ritorno “all’unità”.
Al gravissimo oltraggio continuo che tutta una lunga serie di capi, piccoli e grandi, della destra sta muovendo col supporto dei social negli innumerevoli gruppi, fake account e haters militanti che diffondono una miriade di false notizie storiche montando, oltre al revisionismo, rabbia e odio contro la memoria partigiana.
Per arrivare fino all’appello lanciato su Telegram e Facebook nel gruppo “Noi siamo popolo” di scendere in strada per protesta contro le direttive, che ha avuto più di 20.000 adesioni. Se ha trovato terreno fertile tra no-vax, fondamentalisti cristiani, razzisti, complottisti e tutto ciò che di bello il web ci propone, la mano fascista è ben palese dall’adesione e appoggio di Forza Nuova, che auspica un “25 Aprile nero” contro la “dittatura sanitaria” (che ha tra i suoi anche condannati per truffa al sistema sanitario nazionale, come Giuliano Castellino).

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La Memoria e i valori a lei connessi, sono da decenni sotto attacco con un disegno ben preciso di sostituzione (ne abbiamo parlato ampiamento nell’ultimo nostro articolo).
Anche solo simbolicamente, l’etica e la morale ci fa aderire all’appello dell’ANPI, a cui aggiungiamo questo breve video, facendo suonare una Bella Ciao un po’ diversa nel testo e cantata da Claudio Villa.
Nelle immagini, possiamo leggere alcune delle targhe che troviamo nel rione Prati di Roma, che ci ricordano i tanti contributi, in larga parte di giovani, che uomini e donne libere diedero alla causa della Resistenza, da cui nacque quel monumento unico al mondo che è la nostra Costituzione (purtroppo, mai veramente applicata a fondo).

Le nostre strade, dai piccoli paesi alle grandi città, sono piene di queste targhe o pietre d’inciampo che ci ricordano tutti questi dolorosi contribuiti, fatti non solo di morte, ma troppo spesso di sofferenza, stupro e tortura.
Quando possiamo fermiamoci, leggiamo quei nomi, approfondiamo, ricordiamo, divulghiamo…

I valori del 25 Aprile donano la libertà anche di non festeggiarlo.
A maggior ragione, una buona Festa della Liberazione a tutti. Proprio tutti…

Marcello Colasanti.

 

Nel contributo video troviamo le targhe e le pietre d’inciampo di:

  • Generale Simone Simoni, caduto vittima dei nazifascisti il 24/03/1944 alle Fosse Ardeatine.
    Targa in Via Giuseppe Ferrari, Roma.
  •  Teresa Gullace, uccisa il 3/3/1944 da un soldato tedesco mentre cercava di parlare e confortare il marito arrestato. Alla sua figura si ispirò Roberto Rossellini per la famosa Pina interpretata da Anna Magnani in Roma città aperta.
    Targa in Viale Giulio Cesare, Roma
  • Giulio Mortera, arrestato il 16/10/1943, deportato ad Auschwitz e assassinato il 23/10/1943.
    Pietra d’inciampo in Viale Giulio Cesare, Roma.
  • Jole Mortera, arrestata il 16/10/1943, deportata ad Auschwitz e morta in data ignota.
    Pietra d’inciampo in Viale Giulio Cesare, Roma.
  •  Virginia Scazzocchio, arrestata il 16/10/1943, deportata ad Auschwitz e assassinata il 23/10/1943.
    Pietra d’inciampo in Viale Giulio Cesare, Roma.
  •  Maurizio Giglio, 23 anni, eroe e martire pluridecorato Medaglia d’Oro al valor militare, assassinato alle Fosse Ardeatine il 24/3/1944.
    Targa in Largo della Gancia, Roma.
  •  Giuseppe Efrati, arrestato il 16/10/1943, deportato ad Auschwitz e assassinato il 23/10/1943.
    Pietra d’inciampo in Via Germanico, Roma.
  •  Clara Baroccio Efrati, arrestata il 16/10/1943, deportata ad Auschwitz e morta in data ignota.
    Pietra d’inciampo in Via Germanico, Roma.
  •  Augusto Efrati, 28 anni, arrestato il 16/10/1943, deportato ad Auschwitz, morto a Gross Rosen il 19/3/1945.
    Pietra d’inciampo in Via Germanico, Roma.
  •  Unico Guidoni, giovane del Movimento Comunista d’Italia, assassinato alle Fosse Ardeatine il 24/3/1944.
    Targa in via Federcio Confalonieri.
  •  Massimo Gizzio, 19 anni, studente e combattente a fianco degli operai. Ucciso da sicari nazifascisti il 1/2/1944.

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LINK CONSIGLIATI:
Come possiamo parlare di Memoria se la distruggiamo? – La rimozione della statua del Maresciallo Konev.
17 Aprile 1944 – Il rastrellamento del Quadraro.
25 Aprile 2016 – 71° Anniversario della Liberazione, Roma – Foto e Video del corteo e degli interventi Partigiani
Buon 25 Aprile a TUTTI.
4 Giugno 1944: l’eccidio de La Storta, Bruno Buozzi, il sindacalismo e la lezione che ci impartiscono in questi giorni.
Foibe: un “Giorno della Memoria” fatto di miti, antistoricità e revisionismo. Otto articoli per comprendere a fondo.

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