POESIE DAL CARCERE
Scendo verso Yong Ming per la via delle acque
appeso per i piedi al tetto della giunca
supplizio d’altre età!
Sulle rive, dovunque, sono densi i villaggi
e leggere galleggiano barche di pescatori.
Pur con le gambe e i polsi strettamente legati
ovunque sento uccelli e il profumo dei fiori.
Ascoltare, aspirare: chi può togliermi quanto
fa la via meno triste, l’uomo meno isolato?
Cinquantatré chilometri di marcia in un sol giorno
cappello, abito zuppo, le calzature a pezzi
e in piú senza sapere dove si può dormire.
Sto aspettando l’aurora vicino alle latrine.
Al tramonto del sole, terminata la ciotola
si sentono da ogni angolo salire canti e musica.
La prigione di Tsing, oscura e malinconica
si trasforma d’un tratto in nobile accademia.
Sulla pietra dei monti, la spada del vento si arrota.
Sulla carne dei rami, passa un freddo pugnale.
Suona lontano una campana. Viandante, affrettati!
Soffiando nel suo flauto, un bimbo ritorna col bufalo.
Mi avevi accompagnato sulla riva del fiume.
A presto, ti dicevo, al prossimo raccolto!
Ma l’aratro è passato di nuovo tra le zolle
e io sto carcerato, lontano dai miei campi.
La rosa s’apre, la rosa appassisce
senza sapere quello che fa.
Basta un profumo di rosa smarrito in un carcere
perché nel cuore del carcerato
urlino tutte le ingiustizie del mondo.
HO CHI-MINH
Il 30 Aprile 1975, le truppe Nordvietnamite dell’Esercito di liberazione popolare liberano Saigon, rinominandola Ho Chi Minh; dopo 30 anni di guerra, il Vietnam è libero dall’occupazione coloniale e imperialista americana.
Ricordiamo l’evento con questa poesia scritta da Ho Chi Minh (Ho dalla lucida volontà), figura chiave dell’indipendenza del Vietnam e fondatore del movimento dei Viet Minh (Lega per l’indipendenza del Vietnam), nonché poeta.

Nato nel 1890 in un villaggio della zona di Hué, il suo vero nome era Nguyen, che divenne presto Nguyen Ai-Qoc (Nguyen il patriota).
Durante il Trattato di Versailles del 1919, presentò una petizione chiedendo l’indipendenza del suo paese.
Al congresso socialista di Tours, nel 1920, optò per l’ala comunista.
Nel 1923 lasciò la Francia, e fondò il Partito della gioventù rivoluzionaria del Vietnam e la Lega dei popoli oppressi dell’Asia orientale.
Da allora la sua vita fu tutta di resistenza, di esilio, di organizzazione clandestina, di carcere, di guerra partigiana.
Nel 1941 il Viet-Minh poté organizzare un esercito contro i giapponesi; si battè poi anche contro i cinesi, gli inglesi, i francesi.
Nel 1954 il Vietnam del Nord conquistò l’indipendenza. Ho Chi-Minh ne divenne presidente.
Questa e altre poesie furono scritte nel ’42-’43, quando fu arrestato dalla polizia di Chiang Kai Shek e chiuso in varie prigioni per 14 mesi.
I carri armati che entrarono a Saigon, 6 anni dopo la sua morte, portavano un striscione con scritto “Sei sempre in marcia con noi, caro zio Ho”.
Per la poesia: traduzione di Phan Nhuan e Joyce Lussu, tratta dall’edizione della rivista “Il Ponte”, N.2 1965.

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