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Aggressioni e intimidazioni. Episodi gravi di “ucrainizzazione” del dibattito.

Il racconto di questa guerra in maniera propagandistica, unilaterale, che banalizza in “buoni” e “cattivi”, ha avuto come frutto avvelenato una irrazionale e idiota russofobia, che miete vittime indiscriminatamente tra cultura, musica, letteratura e Storia.

Ancor peggio, ci ha caricato di un pericolosissimo odio, lo stesso che in Ucraina è stato debitamente, volutamente, psicologicamente montato. Il risultato ne fu Maidan, il 2 Maggio di Odessa, la guerra del Donbass, per proseguire fino ad oggi.

Riportiamo due avvenimenti accaduti pochi giorni fa qui in Italia:

  • a Napoli, in Piazza Cavour, durante un’operazione di pulizia della piazza hanno deciso di partecipare anche alcuni esponenti della comunità ucraina (sono oltre 22.000).

A seguire, sono stati trovati affissi questi cartelli, con offese e frasi ingiuriose con tanto di nomi, cognomi, fotografie di due donne russe che abitano nel quartiere, un incitamento alla gogna e al linciaggio.

Metodi “di casa” oseremmo definirli. In Ucraina, dal 2014 in poi, il governo sostiene la delazione e denuncia da parte della popolazione, tanto da aver aperto il famigerato sito Myrotvorets, dove è possibile inviare segnalazioni di persone da schedare come “nemici dell’Ucraina“, sotto gestione dell’intelligence di Kiev SBU, che ne gestisce anche il reparto operativo. Nel sito vengono resi pubblici dati sensibili, come telefono personale e indirizzo di abitazione delle persone ritenute “nemiche“, una lista di proscrizione a tutti gli effetti.
Nell’aprile 2015 il sito ha pubblicato gli indirizzi di casa di Oles Buzina, giornalista e scrittore ucraino russofono, e il parlamentare del Partito delle Regioni Oleh Kalašnikov: pochi giorni dopo sono stati assassinati in casa.
Il reporter italiano Andrea Rocchelli, tra i primi a documentare la guerra in Donbass, fu schedato per “Cooperazione con organizzazioni terroristiche filo-russe“. Dopo la sua uccisione da parte del nazionalista della Guardia Nazionale Vitalij Markov, è stato scritto sulla sua pagina “LIQUIDATO“.
A ottobre del 2019 il portavoce dell’ONU Benjamin Moreau ha invitato i parlamentari ucraini a prendere le misure necessarie per chiudere il sito web di Myrotvorets. Lo ha detto durante un discorso in una riunione della commissione per la libertà di parola della Verkhovna Rada.

La pagina di Andrea Rocchelli sul sito di proscrizione Myrotvorets, in cui si legge in rosso “LIQUIDATO“.
  • L’episodio più grave si è tenuto l’8 Aprile a Senigallia presso il Circolo Procesana di Potere al Popolo! durante un incontro dal titolo “Guerra in Ucraina: dalle origini a oggi – Come fermare l’escalation?”, in cui Sara Reginella, psicoterapeuta e documentarista, presentava il suo libro “Donbass – La guerra fantasma“, nato dall’esperienza diretta dei suoi tre viaggi in Donbass, da cui sono tratti anche i documentari “Start Up a War. Psicologia di un conflitto” e “Le Stagioni del Donbass.
    Abbiamo più volte consigliato i suoi lavori e interventi qui sul sito, tra cui la vergognosa intervista di Rai News 24, che dopo nemmeno 2 minuti viene troncata in malo modo dal conduttore.

Un gruppo di circa 30 uomini e donne ucraini ha fatto irruzione nella sala del circolo impedendo lo svolgimento della presentazione con una violenta aggressione verbale, fatta d’insulti e minacce.
L’intervento delle forze dell’ordine, chiamate dagli organizzatori dell’evento, ha scongiurato che dalle offese si passasse ai fatti.

Sara Reginella ha così commentato su Facebook: “Ieri sera, alla presentazione del mio libro, i gestori del locale che mi ospitava, per garantire la sicurezza si sono trovati costretti a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. È grave che in un paese democratico come l’Italia avvengano fatti come quello di ieri sera.
In ogni caso, voglio precisare che continuerò a portare avanti la mia testimonianza, indipendentemente dal comportamento di chi vorrebbe ridurmi al silenzio con mezzi che in Italia sono ritenuti gravi e inaccettabili.
Ringrazio le forze dell’ordine per la loro presenza e gli organizzatori di Potere al popolo col resto dei presenti, per la solidarietà mostrata nei miei confronti.
Non abbiamo paura. Vogliamo la fine della sofferenza delle vittime di ogni guerra. Andiamo avanti.

Questi due fatti sono accaduti nell’ultimo fine settimana, ma la trasformazione della violenza ucraina (o chi per loro) da verbale a fisica ha già lasciato i suoi segni.
Tornando a Napoli, il 4 Aprile dei ballerini ucraini hanno ricevuto minacce da parte di conterranei sui cellulari personali con messaggi diretti e sulle pagine dei social network, per aver deciso di ballare insieme a ballerini russi presso il Teatro San Carlo per lo spettacolo di raccolta fondi “#StandWithUkraine – Ballet for Peace”.
A Livorno è stata lanciata una bomba Molotov contro la casa di una coppia di coniugi russa.
In Portogallo, leggiamo in un pezzo di Spread It: “da giorni il Partito Comunista Portoghese è sotto attacco degli estremisti di destra ucraini, “colpevole” secondo questi ultimi di non essersi schierato dalla parte di Zelensky e della Nato. Manifestazioni (con le bandiere rosso-nere di Pravy Sektor) davanti alle sedi del Partito che si concludono con scritte ed atti vandalici, aggressione ad uno stand del PCP a Lisbona con il materiale informativo gettato a terra e i militanti aggrediti, attacco hacker contro il sito dei comunisti portoghesi e la minaccia di diffondere dati privati. Non a caso, come rivelato da Contropiano alcune settimane fa, il legame tra neonazi ucraini e portoghesi è solido ed evidentemente gode della complicità delle autorità lusitane, tanto che “il portoghese Mário Machado, fondatore di diverse organizzazioni neonaziste e che è stato obbligato a presentarsi ogni 15 giorni in una stazione di polizia, potrà smettere di rispettare questa misura mentre combatte in Ucraina, come deciso dal tribunale penale di Lisbona”. Tutto questo accade in un paese dell’Unione Europea senza che nessuno dica nulla. È la democrazia modello ucraino: dove i comunisti e le sinistre sono fuorilegge mentre l’estrema destra squadrista è libera di spadroneggiare.”

Da Spread It

Una donna ucraina viene verbalmente attacca alla manifestazione filo-governativa, riconoscibile anche un uomo con il cappello dei nazionalisti collaborazionisti ucraini:
“Sono ucraina. Nel 1945 loro andavano in guerra con i fascisti! L’Ucraina è una dittatura fascista! Gli USA hanno fatto un colpo di Stato grazie a loro!”
Non conoscendo NULLA della situazione ucraina, i manifestanti italiani in larga parte del PD, commentano in maniera del tutto fuori luogo,
non capendo minimamente qual è il motivo della contestazione tra le due parti.

Tali metodi, che non dobbiamo aver paura di giudicare fascisti, sono la normalità degli ultimi 8 anni in Ucraina, che hanno portato alla cancellazioni di interi partiti e associazioni con la relativa distruzione delle sedi e linciaggio degli appartenenti al suo interno, insieme alla persecuzione politica e alla discriminazione etnica.
Una “zombizzazione” (termine utilizzato proprio in ambiente russofono) delle menti che non permette più una valutazione critica della realtà, caricando una parte considerevole del paese, collocata specialmente nella parte ovest e centrale, ad un nazionalismo che riscrive la Storia e rende valori concetti aberranti, attinti direttamente dal nazifascismo. Questo con il sostegno diretto dell’Unione Europea e degli Stati Uniti, che hanno visto un solido alleato nell’estrema destra dell’Europa dell’est in funzione anti-russa e anti-socialista (due fattori non connessi, ma ugualmente contrastati dall’egemonia occidentale).
Gli aspetti psicologici di questa trasformazione sono affrontati nei documentari e nel libro di Sara Reginella che, come già fatto in precedenza, invitiamo a consultare.

POSSONO INTERESSARTI:

Il blogger ucraino Gleb Lyashenko rischia 15 anni per “tradimento”.

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