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“Dov’è Peng Shuai?” – L’ennesimo caso mediatico e social anti-cinese.

Una recente foto di Peng Shuai.

Sui giornali di tutto l’occidente non si è fatto altro che ripetere la domanda “dov’è Peng Shuai?”, accodandosi all’appello l’hashtag Twitter, politici e addirittura Novak Djokovic, per capire quale fosse la “tremenda sorte” della tennista fatta “sparire dal regime cinese”.

Il 20 Novembre titola (ancora) così L’Equipe francese.

Nonostante una prima lettera scritta dalla chiamata in causa, la notizia della sua “scomparsa” ha continuato a fare breccia nelle prime di tutto il mondo. Ora, dopo la conferma ormai certa della sua incolumità (con tanto di foto e video mentre cena con amici) e appreso che la tennista aveva semplicemente preso le distanze per un periodo dalla vita social, continuiamo a leggere sui nostri quotidiani “ma non è come dovrebbe essere: la realtà va in frantumi”, come titolato da FanPage.it, a conferma che le notizie relative alla Cina, così come per tutti i paesi non allineati, devono forzatamente seguire un pretestuoso modello informativo fatto di fake news e disonestà intellettuale, senza mai uno straccio di smentita al seguito.

Peng Shuai a cena con amici, 20 Novembre 2021.


Ricorderemo tutti lo “zio ucciso a colpi di cannone” da parte del leader nordcoreano Kim Jong-un, magicamente apparso pochi giorni dopo in un incontro ufficiale.

La questione che vede coinvolti l’ex vice premier Zhang Ghaoli e Peng Shuai era (in alcuni ambienti ancora è) ritenuta la causa della sua “eliminazione“. Da quanto dichiarato dalla tennista, fu costretta dal politico ad avere un rapporto sessuale, per poi successivamente intraprendere con lui una lunga relazione sentimentale. Sulla veridicità o meno dell’accusa mossa dalla sportiva, in pochi sono nella posizione di poter rilasciare un commento, specialmente in occidente; è materia per le autorità competenti.
Il direttore del Global Times Hu Xijin, accompagnando le foto della tennista, ha dichiarato che Peng «nei giorni scorsi è rimasta a casa sua liberamente, e non voleva essere disturbata».
L’atteggiamento da entrambe le parti ha dimostrato la volontà di affrontare il problema lontano dai riflettori mediatici, cosa impensabile per un occidente abituato a “risolvere” questioni private e sentimentali sui rotocalchi o sotto il vigile occhio di Maria De Filippi.

L’articolo di FanPage.it datato 20 Novembre.

Il commento di un ragazzo cinese uiguro, etnia chiamata spesso in causa per le fake news occidentali anti-cinesi: “Userò il programma translate per scrivere qualcosa a tutti i miei amici di Facebook non cinesi. Qui in Cina i personaggi famosi di solito non risolvono problemi seri all’interno dei media, lo fanno in segreto e nell’ombra.
Da quando Peng Shuai ha accusato duramente Zhang Gaoli, i media stranieri hanno iniziato a dare di matto perché si è allontanata dai media.
Non è “scomparsa” perché viene punita. Anche Zhang Gaoli è “scomparso“.
Perché i media stranieri pensano che Peng Shuai non stia bene, ma pensano che Zhang Gaoli stia bene? Entrambi sono lontani dai media perché il caso verrà risolto lontano dai media e non su Talk Show, Vlog e ancor meno sulla BBC.”

Le foto pubblicate il 19 Novembre di Peng Shuai

Aggiornamento del 21 Novembre:

Peng Shuai è apparsa ad un evento pubblico a Pechino, precisamente il Fila Kids Junior Tennis Challenger Finals. A seguire il video.

Nonostante quest’ulteriore prova, la stampa occidentale continua con la versione della “scomparsa“, sostenendo che il video “non basta”, come scritto anche da FanPage.it che sembra aver intrapreso una crociata donchisciottiana sulla questione, titolando così:

Aggiornamento del 22 Novembre:

Il presidente del Comitato olimpico internazionale Thomas Bach ha avuto modo di parlare con Pen Shui in una videochiamata di mezz’ora, in cui la tennista ha ribadito «Sto bene e sono al sicuro».
«Si trova nella sua casa a Pechino, ma preferirebbe che in questo momento venisse rispettata la sua privacy», riferisce il Cio in una nota. «È per questo che per adesso preferisce passare il tempo con gli amici e la famiglia. Nonostante ciò, continuerà ad essere coinvolta nel tennis, lo sport che ama così tanto».
Con questa videochiamata tenuta con il presidente del CIO, seppur assurda dati i presupposti, possiamo definitivamente porre la parola fine alla speculazione messa in atto, maldestramente, dai nostri media.

Ricordiamo, dal nostro vademecum sullo Xinjiang:

“Per sostenere tale narrazione, gli Stati Uniti d’America stanno investendo milioni di dollari in propaganda mediatica. Il 27 Aprile 2021 è stato approvato il Strategic Competition Act, in cui si legge di un finanziamento di 300 milioni di dollari l’anno, per il periodo 2022-2026, per una mastodontica operazione di propaganda anticinese, giustificata “per contrastare l’influenza maligna del Partito Comunista Cinese a livello globale”. Fondi diretti ai media occidentali, istituti di ricerca politica, gruppi di uiguri (o presunti tali) fuori dai confini cinesi, da utilizzare come “testimonial” del genocidio in atto.”

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