Pubblicato il 4 Aprile 2014
Ho appena visto il film “Quando c’era Berlinguer”.
Cuore pesante, emozioni e stati d’animo contrastanti e opposti.
– SCONFORTO, perchè vedere dei giovani d’oggi che non sanno nemmeno chi sia, l’aver dimenticato i suoi insegnamenti, la sua onestà, le sue lotte, l’avere punti di riferimento vergognosamente sbagliati, il vedere un partito di massa con il 35%, un milione di persone al funerale; e oggi… sconforto.
– RABBIA, (non tanto per la parte dedicata al rapporto con Aldo Moro, in cui si gira ancora intorno a ciò che è ormai palese e comprovato, cioè i veri mandanti ed esecutori di quell’omidicio) perchè in questo racconto, in cui vari esponenti della “sinistra” affermano che la fine del Partito Comunista Italiano sia avvenuta con la morte di Berlinguer, rispondo che, cari signori, primo fra tutti lei, regista Walter Veltroni, la morte del Partito Comunista, la fine della lotta dal basso, della difesa della classe operaia, di una società più giusta, di una moralità nella politica; è finito PER COLPA VOSTRA.
Per chi non ha saputo ma soprattutto non ha voluto seguire quella linea che Berlinguer aveva spianato, evolvendo un pensiero, adattandolo alla democrazia e rimanendo fedeli agli ideali giovanili; non volendo fare il punto della situazione mentre si chiudeva un’epoca, come altri Partiti Comunisti del mondo hanno fatto e sono ancora lì (esempio su tutti il Partito Comunista Giapponese e il suo 15%), invece di percorrere la strada del negazionismo, della cancellazione della propria identità e storia, in primis sempre lei, signor Walter Veltroni, che dopo una militanza nella Federazione Giovanile Comunista Italiana, dopo esser stato deputato comunista, ha avuto il coraggio di dire:
“non sono mai stato comunista”.
Se in questo periodo di forte smarrimento ideologico, politico e morale, Berlinguer non è un simbolo da seguire ma addirittura un personaggio dimenticato, è colpa vostra, esponenti di questa finta “sinistra”;
se oggi ci sono persone che si aggrappano a populismi, è colpa vostra;
se ci sono operai sfruttati che votano gli stessi sfruttatori e non comprendono le dinamiche liberiste, definendosi addirittura “fascisti”, è colpa vostra;
se siamo partiti con ANTONIO GRAMSCI, e ci ritroviamo con il democristiano MATTEO RENZI che attua per filo e per segno il “Piano di rinascita democratica” del fascista piduista Licio Gelli, è colpa vostra.
– Ma da una parte… anche FORZA, perché una così grande figura, non la possiamo far morire così, senza memoria. Sia noi giovani, che non abbiamo avuto l’onore di conoscerlo di persona, sia tutti gli altri, che l’hanno potuto vedere e che magari, erano in quel milione di persone a Piazza San Giovanni.
A parte qualche passo, soprattutto sull’Unione Sovietica e su Aldo Moro, consiglio la visione del film.
E sempre sulla figura di Enrico Berlinguer, a chi non lo conosce dico, interessatevi, leggetelo, studiatelo;
a chi lo ha conosciuto, non dimenticatelo, non traditelo.
Marcello Colasanti
ARTICOLO SCRITTO PER “IL GIORNALE DEL RICCIO”,
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2 pensieri riguardo ““Quando c’era Berlinguer” e quello che (volutamente da qualcuno) non c’è più…”