Articoli del 2013 · Città di Roma · Politica · Repressione e controllo · Sociologia

L’ipotesi dell’Agenda Setting e i “problemi” mediatizzati.

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  Nella teoria della comunicazione c’è un’ipotesi denominata “Agenda setting”.
I media evidenziano all’interno della realtà un certo numero di problemi (focalizzazione) fornendo, allo stesso tempo, dei quadri interpretativi mediante i quali recepirli.
Grazie all’azione dei giornali, della Tv e di altri mezzi d’informazione, le persone focalizzeranno la loro attenzione su determinate problematiche e ne eluderanno altre: includeranno o escluderanno dalle proprie conoscenze ciò che è incluso o escluso nel contenuto dei media.

L’immagine della realtà che si crea all’interno della mente, finisce per essere manipolata a livello cognitivo, nell’organizzazione delle conoscenze.
E’ come se i media creassero una cornice interpretativa non limitandosi a fornire notizie ma enfatizzando su temi, aspetti, problemi. Un dato tema che per le persone non costituiva un problema, e con molta probabilità non avrebbero nemmeno notato, per la focalizzazione e la pedante mediatizzazione, lo diviene.
Si crea quindi un divario tra ciò che conosciamo, perché appreso personalmente, e quello che invece sappiamo tramite i media: si vive la realtà solo attraverso la loro mediazione.
Si parla quindi di distorsione della realtà (nella teoria, si tratta anche di quella involontaria, e va detto per correttezza, che per molti è ritenuta superata).
Questo apre anche una parentesi su cosa sia un “problema”, che è solo una decisione sociale, come dice Donileen R. Loseke:
“ un problema sociale è fabbricato quando il pubblico giudica una questione credibile”.
Quindi, non oggettivamente reale. Ma “credibile”.
Un’identità collettiva, che genera un modo di pensare condiviso, che ne riconoscerà il problema.

Le tematiche più diffuse e che persistono da sempre, sono le rivendicazioni di tipo etnico e razziale, queste perché sono “a basso costo”, molto semplici da recepire e soddisfacenti, dando un nemico chiaro e visibile.
 

Tutto questo per riportarvi indietro di 5 anni, alla campagna elettorale fatta da Alemanno; se ben ricordate, i mesi precedenti tutti i mezzi d’informazione furono costantemente e ripetutamente martellanti sul problema dei campi nomadi, che sicuramente è un problema da risolvere, ma la forte tematizzazione seguì precisamente ciò che l’ipotesi dell’Agenda setting ci spiega.

Molte altre notizie furono in quel periodo messe da parte, dando risalto anche ai minimi accadimenti nelle vicinanze dei campi, omettendo volontariamente notizie analoghe ma commesse da altre persone,  mantenendo l’occhio su “quel” problema.

Nel clima di terrore, la giunta di destra si presentò come la soluzione, grazie (principalmente) a questo vinsero le elezioni.
Cosa accadde dopo? La situazione mediatica sui campi fu ristabilita, dato che non era più necessaria troppa visibilità, ma soprattutto, quello che era stato promesso (infattibile e demagogico) non venne fatto, anzi: nei campi più grandi si sgomberarono solo piccole parti ben riprese con le telecamere, oppure sgomberi di 4-5 baracche che dopo pochi giorni venivano ricostruite o semplicemente si spostavano di pochi metri (cosa rivendicata anche dai fascisti di Casa Pound, che di certo non sono pro-campi nomadi). Una presa in giro per cittadinanza ed elettori.

Per non parlare della sicurezza, fallimento totale della giunta, dove a Roma i reati gravi sono aumentati a dismisura, aumentata la presenza di bande criminali (criminali sono stati messi dentro il comune come assessori, persone condannate per violenze, associazioni criminali e terrorismo), gli omicidi (Roma è risultata la capitale europea con il maggior numero di omicidi negli ultimi 5 anni), nonostante gli sfavillanti dati riportati su tutti i cartelloni, palesemente irreali e che prendono in considerazione solo le denunce per reati minori.

Questo a dimostrazione che la soluzione non l’hanno mai avuta e non vogliono averla, perché così conviene, mantenere uno spauracchio.
Trovare fallimenti in questa giunta comunale è come sparare sulla croce rossa, dal clientelarismo, associazioni criminali, fondi spariti nel nulla, monumenti e cultura abbandonati, troppo ci sarebbe, ma non è questo il tema esaminato. Tutto ciò per esortare a non cadere nelle trappole dei “problemi”, spesso creati a tavolino, sempre gli stessi: si scelse di eleggere una persona che tutti sapevamo chi fosse, qual era il suo passato e chi avrebbe portato in comune, ma lo si scelse per avere maggiore “sicurezza” di fronte ad un “problema” che, in quei termini, era stato creato.
 

Cerchiamo sempre di valutare noi stessi il peso e la veridicità delle cose. È difficile, ma basta leggere un po’ e un po’ di tutto, e toglierci quelle lenti che c’impone l’informazione mediatizzata, per riuscire a vedere al di fuori di una realtà pre-confezionata.

Togliete queste lenti e non siate cechi, almeno stavolta.

 

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