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Una guerra di fake news. Le false notizie del conflitto in Ucraina. (Aggiornamento continuo)

Le notizie sul conflitto ucraino si susseguono in maniera frenetica. L’informazione ufficiale occidentale ha attivato un coro unanime di notizie che prende in considerazione, dandole automaticamente per veritiere, le fonti di una sola parte, unitamente alla totale assenza di un’obiettiva valutazione partendo dalle radici storiche e politiche dei temi trattati, cosa che abbiamo cercato fare in questi due articoli corredati da video:
Le radici della crisi ucraina. I perché dello scontro fra Russia e NATO. – Video
Dove eravamo negli ultimi 8 anni? Un passo indietro, tutti, per comprendere.

La quasi totalità delle notizie, che si diffondono a macchia d’olio da agenzie di stampa a testate, vengono distorte sotto la lente della visione atlantista, divenendo vere e proprie fake news.
In questo articolo, continuamente aggiornato (nei nostri limiti), daremo anche la visione dell’altra parte, segnalando le inesattezze con opportune contro-informazioni.
Oggi la viralità di una falsa notizia si alimenta dello strumento social, che trova in ogni utente sia un mezzo di diffusione quanto di creazione della stessa.



L’attuale finalità è la costruzione percettiva del “mostro“, del “nemico totale“, in un rinnovato scontro di civiltà da contrapporre alla nostra “superiore cultura e umanità”. Le chiavi psicologiche utilizzate in questa fase non sono lontane da quelle degli anni ’30.
L’obiettivo è tristemente chiaro, creare una solida base di consenso popolare per l’accettazione di uno scontro con la potenza russa, fatto inaccettabile a mente fredda; alla fine di questo processo sarà lo stesso “furor di popolo” a chiedere il conflitto contro il “sub-umano” di turno.
La posta in gioco non è di certo la sola Ucraina, questa è l’ultima carta da giocare da parte di un occidente ormai in decadenza compiuta.

Al riguardo, leggendo i cartelli d’incitamento all’attacco rivolti alla NATO nelle varie manifestazioni “pacifiste” (che problemi non hanno avuto a sfilare accanto a bandiere collaborazioniste naziste e a supporto di un governo fantoccio su cui pendono crimini di guerra), possiamo dire che il processo è abbastanza veloce.



Gli aggiornamenti li trovate sotto forma di post condivisibili su Facebook e Instagram.
La condivisione è necessaria per cercare di diffondere una maggiore consapevolezza su questo conflitto; solo da questa possiamo strutturare un pacifismo utile e credibile.

NOTA:
Ogni giorno diviene sempre più difficile fare ricerche al di fuori di Google e del cyberspazio occidentale. Canali d’informazione alternativi, così come autorevoli pagine d’informazione russa, sono bloccate o fortemente limitate. Un esempio Russia Today, dopo poche ricerche il sito diviene inaccessibile, rimandando sempre alla pagina “We have registered suspicious traffic coming from your network”.
Aggiornamento: La presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha dichiarato che i media di proprietà dello Stato russo, Russia Today, Sputnik e le loro affiliate “non potranno più diffondere le loro bugie e seminare divisione nella nostra Unione”. It’s democracy, baby…

  • Il rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite, Vassily Nebenzia, ha parlato in via ufficiale all’ONU dell’enorme diffusione di disinformazione e “fake news” riguardanti l’operazione militare speciale della Russia in Ucraina, comprese affermazioni su presunti bombardamenti di strutture civili: “Oggi assistiamo a una guerra dell’informazione contro la Russia sui social media. Poiché non ci sono prove che l’esercito russo distrugga le infrastrutture civili, gli attacchi ucraini e i colpi occasionali vengono presentati come tali, così come le riprese foto e video del Donbass che ritraggono nuovamente i crimini commessi da Nazionalisti ucraini. Sui vari social si possono facilmente trovare tutorial che insegnano come creare e lanciare falsi che dovrebbero contaminare la nostra operazione speciale. In tutto, ci sono 1,2 milioni di tali falsi sui social media ucraini”.

Madri che piangono a Kiev

Una foto viene diffusa dall’Huffington post con delle madri in lacrime che, secondo l’articolo, avrebbero apposto degli adesivi sui vestiti dei propri figli con su scritto il gruppo sanguigno.
Lo screen del titolo insieme alla foto è stato diffuso in maniera massiccia su post, storie e messaggi Whatsapp.
Ma facendo una semplice ricerca sull’archivio Getty images, scopriamo che la foto è un funerale del 16 Febbraio 2015 a Donetsk, Donbass, per 4 abitanti uccisi nel periodo più intenso di attacchi da parte dell’esercito ucraino e dei gruppi filo-nazisti. Uno dei tanti funerali elusi e senza copertura mediatica di una guerra che abbiamo reso “fantasma” per 8 anni.


“Pioggia di missili” pixellati su Kiev

La fake più “ludica” della propaganda di guerra.

Il TG2 ci mostra una “pioggia di missili” su Kiev, senza accorgersi di aver lasciato attaccata l’Xbox.

Il video mostrato a più riprese dal telegiornale pubblico è una sequenza del videogioco War Thunder, preso da questo video YouTube.

Come sempre, i nostri complimenti al direttore del TG2 Gennaro Sangiuliano, per averci regalato un altro standard di bassezza giornalistica come solo lui, da missino, sa fare.


L’uccisione sull’isola dei serpenti

Il 26 Febbraio è stata diffusa una notizia dal sapore propagandistico che titolava:
“L’Isola dei Serpenti, i 13 marinai eroi: un “vaffa” ai russi prima di essere uccisi”.
Leggendo nei notiziari si parla dell’uccisione tramite bombardamento di tutti i militari ucraini sull’isola, articoli nati da un audio in bassa qualità diffuso in rete. Attualmente è una delle notizie più diffuse per il carattere nazionalistico.

Da parte russa, spunta un video abbastanza diverso.

Il Ministero della Difesa russo ha comunicato che “nella zona dell’Isola dei Serpenti 82 militari ucraini hanno deposto le armi e si sono arresi volontariamente alle unità delle forze armate russe. Adesso stanno firmando le dichiarazioni della rinuncia alla partecipazione alle azioni belliche. Prossimamente saranno inviati a casa dalle loro famiglie”.

Il Ministero della Difesa russo ha divulgato anche il video in cui tutti gli 82 soldati ucraini, dopo essersi arresi, arrivano sulla nave di salvataggio al porto di Sebastopoli.

Fonti: il Messaggero, Ambasciata della Federazione Russa in Italia, Russia Today


L’ospedale pediatrico oncologico colpito dai missili

Il 26 Febbraio viene diffusa la notizia della morte di un bambino e due operatori sanitari a seguito del bombardamento da parte dei russi di un ospedale pediatrico oncologico.
La smentita arriva dalla onlus Soleterre, precisando che la struttura ospedaliera non è stata colpita da nessun missile e nessun paziente dell’ospedale pediatrico Okhmadyt è stato ucciso, ma riferendo della morte di un bambino per dissanguamento a seguito di una ferita procurata in strada. Le cause del ferimento di quest’ultimo non sono note, così come chi le ha provocate.
Ricordiamo che attualmente l’esercito ucraino ha piazzato militari e postazioni di artiglieria nei quartieri e palazzi residenziali, esponendo la popolazione civile ad eventuali attacchi, finora limitati ad obiettivi militari.
La maggior parte delle testate giornalistiche non ha rettificato la notizia, a parte una breve comunicazione dell’ANSA e di TGCom24.


Il carro armato russo che schiaccia macchine

Rimbalza su tutti i media il video di un presunto carro armato russo che schiaccia l’auto di un civile a Kiev.

Ma ad un’attenta osservazione si scopre che il carro è ucraino. Lo scrive il giornalista Andreï Vaitovich, di parte filo-ucraina per giunta, che tenta di minimizzare l’accaduto: “Secondo i testimoni si è trattato di un incidente che la macchina ha avuto con il carro armato “Strela” dell’esercito ucraino”.

Il tweet che spiega la dinamica, rivelando che si tratta di uno Strela-10 1/7, mezzo in dotazione alle forze ucraine.

Nonostante l’evidenza, la notizia ha continuato ad essere battuta e condivisa sui media occidentali come “carro armato russo schiaccia volontariamente un civile”.
Una volta palesata la fake, ormai rigirata in maniera frenetica su tutti i media ufficiali, per salvare il salvabile esce fuori una contro notizia: “Il blindato ucraino è stato rubato da soldati russi vestiti da ucraini”, superando il paradossale. La ricostruzione parte da un video delle ‎Forze armate dell’Ucraina‎ che mostrano un uomo a terra completamente fuori il contesto del carro armato.


Palazzo residenziale colpito da un missile

Diversi palazzi civili sono stati colpiti da missili, immediatamente attribuiti all’esercito russo in ogni telegiornale. Tra i più mostrati c’è il palazzo residenziale vicino l’aeroporto di Zhulyany vicino Kiev, che ad un’esame delle dinamiche in video si è potuto accertare la tipologia di missile utilizzato, suggerendo un sistema di difesa antiaerea a medio raggio Buk-M1, in dotazione all’esercito ucraino che, come riferito dal Ministero della Difesa russo, ha avuto un evidente guasto nel sistema di guida.


Attacco missilistico a Donetsk

Anne-Laure Bonnel ha documentato con foto e video un attacco missilistico sui civili da parte dell’esercito ucraino. Alcune delle foto dei due civili morti sono girate sui social come “vittime dei russi“. Ha scritto sul post Facebook:
“‎BHL (Bernard Henri Levy) dubita delle immagini…‎ ‎Sfido i servizi di intelligence di ogni paese a trovare un montaggio.
Donetsk. Attacchi ucraini. 1 marzo 15:30.”

leggi anche: “Mi trovo qui e i bombardamenti (sui civili) sono ucraini” poi tagliano la linea. La reporter francese Anne-Laure Bonnel.


Scuola di Kiev‎, ma è in Donbass

Sempre Anne-Laure Bonnel, il 2 Marzo su Twitter, ha denunciato una fake news della testata tedesca DW Deutsche Welle:

Una guerra dell’informazione sta peggiorando la situazione. Questa scuola è stata presa di mira nell’area di lingua russa sotto il controllo separatista e non a Kiev come sostengono i media tedeschi DW. ‎‎ ‎‎#deontologie‎‎ ‎‎#deutchwell‎‎ Avrebbero specificato che più di 100 civili sarebbero stati ‎‎#fakenews‎

leggi anche: “Mi trovo qui e i bombardamenti (sui civili) sono ucraini” poi tagliano la linea. La reporter francese Anne-Laure Bonnel.


Attacco missilistico ucraino a Donetsk, diventa russo a Kiev.

Il 14 Marzo un attacco missilistico ucraino ha procurato la morte di 23 civili, in questo articolo tutti i dettagli: Missile al centro di Donetsk, 23 morti. Su TG5 e TG3 si “sposta” a Kiev.

Le immagini del missile Tochka-U, dei morti e delle persone accorse sul luogo del bombardamento, sono state utilizzate dai TG italiani e commentate come “attacco russo al centro di Kiev“.

Le immagini trasmesse dal TG5 spacciate per Kiev, a seguire l’originale di Donetsk.
Il servizio del TG3. L’anziano signore e i morti “che non mostrano” sono di Donetsk.
Non carichiamo l’originale per i contenuti estremamente violenti.

Il 16 Marzo La Stampa apre a tutta pagina con la foto dell’attacco sui civili a Donetsk (in apertura sul nostro articolo) da parte dell’esercito ucraino, scrivendo che si tratta di Kiev sotto attacco russo.

La prima pagina
La foto originale scattata a Donetsk

STRAGE AL TEATRO DI MARIUPOL

Articolo in dettaglio: Aggiornamenti da Mariupol: corridoi umanitari, teatro colpito, Battaglione Azov.

La notizia dell’esplosione presso il Teatro Drammatico di Mariupol è stata riportata su tutti i principali media seguendo la dichiarazione delle forze ucraine e del comando del Battaglione Azov, che parlavano di attacco missilistico russo e strage di civili.
Leggiamo, come esempio, su il Riformista: “Sarebbero centinaia le vittime civili in seguito al bombardamento del “Mariupol Drama Theatre” da parte dell’aviazione russa. Cittadini che si trovavano nei sotterranei del teatro di arte drammatica, il più grande della città a sud dell’Ucraina, rasa al suolo dall’esercito di Putin in queste tre settimane di guerra. Teatro che veniva utilizzato come rifugio. Una tragedia immane, probabilmente la più drammatica dall’inizio del conflitto. Secondo le autorità locali sarebbero oltre un migliaio le vittime, soprattutto “donne e bambini.
Passando da centinaia a migliaia di vittime nella stessa frase, senza nessuna prova a corredo.

Il Ministero della Difesa della Federazione Russa aveva confutato il presunto attacco aereo sull’edificio:
“Nel pomeriggio del 16 marzo, l’aviazione russa non ha svolto alcun compito relativo agli attacchi contro obiettivi a terra nella città di Mariupol. Secondo i dati affidabili disponibili, i militanti del battaglione nazionalista “Azov” hanno commesso una nuova sanguinosa provocazione facendo saltare in aria l’edificio del teatro da loro minato. In precedenza, dai profughi usciti da Mariupol, era noto che i nazisti del battaglione Azov potevano tenere in ostaggio i civili nell’edificio del teatro, utilizzando i piani superiori come punti di fuoco. Tenuto conto del potenziale pericolo per la vita dei civili e della provocazione già compiuta dai nazionalisti il 9 marzo con l’ospedale n. 3 di Mariupol, l’edificio del teatro nel centro della città non è mai stato considerato un bersaglio di distruzione.”

Nel pomeriggio del 18 Marzo le autorità del consiglio municipale di Mariupol hanno ufficialmente smentito il “massacro”, riferendo che nessuno è morto all’interno del Teatro, ma risulterebbe una persona gravemente ferita (Link 1, Link 2).


I “GIOCHI DI PAROLE”

Il TG1 apre con “i bombardamenti russi non si fermano, Kiev denuncia che sarebbe stato colpito ancora una volta un centro di ricerca nucleare”. Le accuse di questo genere da parte del governo ucraino si ripetono fin da inizio conflitto, continuamente smentite da parte russa e dagli operatori che lavorano all’interno di centrali e istituti.

Ma in questo caso la smentita arriva in diretta, dato che il corrispondente Mattia Sorbi, lì presente, conferma che l’Istituto di fisica nucleare è integro. Ma come salvare l’ennesima fake news ucraina smentita proprio da se stessi?

Le parole dell’esercito ucraino non andavano prese alla lettera, ma “decriptate”, arrivando a sostenere che “l’esercito ucraino ha giocato su un gioco di parole”.

Il collegamento, qui in video, è paradossale.

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