Un post scritto sulla pagina Facebook il 21 Luglio (giorno seguente del ventennale della morte di Carlo Giuliani), ha suscitato una forte partecipazione, soprattutto in messaggi privati inaspettatamente positivi.
Lo ripropongo qui sul sito.

Mi tolgo il sasso che mi ha infastidito per tutto il 20 Luglio:
dal G8 di Genova, la destra ne uscì vittoriosa e criminale, come sempre, quindi i commenti da questa parte dello schieramento politico li posso perfettamente comprendere (rimarcando il fatto che sono basati su completa ignoranza dei fatti e criminali nel sostenerli). Ma gente che per 20 anni ha votato DS/PD, magari tutt’ora si ostina a seguire il Partito Democratico (in ogni sua diversa mutaforma), e oggi mette la foto di Carlo con scritto “avevamo ragione”…
NO, cari miei.
Le gente torturata e massacrata a Genova, così come Carlo riverso a Piazza Alimonda, erano lì per denunciare e combattere contro quello che per vent’anni avete ostinatamente votato, e che sostenete ancora, cioè il neoliberismo più predatorio.
Stesse persone che in questo incubo di follia liberale che sta intossicando il momento sul tema del DDL ZAN, addormentandoci su tutti gli altri temi, è arrivato a scrivere “a Genova eravamo lì per combattere le differenze di genere” (non scritto da un singolo, sta minchiata pure su qualche testata l’ho letta).
Di nuovo, NO belli miei… In quel lago di sangue si combatteva la GLOBALIZZAZIONE LIBERISTA, con tutti i danni sociali che a cascata si portava (e ci ha portato) appresso: disuguaglianze, razzismo, delocalizzazione, disoccupazione, guerra fra poveri, crisi perenne, imperialismo, colonialismo, ingerenza geopolitica, divario nord-sud del mondo, inquinamento, occidentalismo culturale, ecc… ecc… ecc…
Che poi ogni movimento di sincera sinistra progressista sia contro qualsiasi tipo di discriminazione, è ovvio e storico, ma questa è una strumentalizzazione da vomito, quasi da Libero (quotidiano).
La differenza di genere, che in alcuna misura potremmo inserire negli effetti del liberismo, oggi è tema di gruppi, associazioni e ideologie smaccatamente liberali, che quel “No” global non lo digeriscono tanto, perché in fondo, sono figli e prodotti proprio della globalizzazione liberale americana.
Scomodo da dire, peggio da tenere come sasso nella scarpa…
PS: scusate, ma il G8 ogni anno è una coltellata su una ferita che non si chiuderà mai.

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