
Il parlamento ha votato “SI” alla proposta di legge che prevede il riconoscimento di “Monumento Nazionale” alla casa di Antonio Gramsci.
Il segretario del Partito Comunista d’Italia, considerato all’estero come il piu’ grande intellettuale del ‘900 italiano (insieme a Pier Paolo Pasolini), continuamente citato, studiato e oggetto di attenzione accademica per i suoi scritti nel campo filosofico, sociologico e politico; è troppo spesso dimenticato se non ignorato in Italia. Con questo riconoscimento, seppur simbolico, si cerca di rimediare a questa “dimenticanza” tutta italiana e, in generale, un giusto tributo a un martire esponente del libero pensiero.
La proposta ha trovato responso positivo da parte di tutte le forze politiche, da sinistra fino a destra, a parte l’astensione della Lega Nord.
Unico schieramento politico che apertamente ha votato contro questa proposta e’ stato il Movimento 5 Stelle.
Se sulla posizione assunta dalla Lega Nord per una richiesta simile, non avevamo dubbi al riguardo; il voto contrario del M5S e’ estremamente grave e significativo, meglio, confermativo…
La motivazione che i parlamentari del M5S hanno rilasciato, ripetuta anche sul Blog di Beppe Grillo, è di carattere puramente burocratico, così esposto:
“Parlamento ipocrita, vota qualcosa che non esiste. La decisione di esprimere voto contrario rispetto all’istituzione della casa di Antonio Gramsci quale monumento nazionale non ha né ragioni aprioristiche né ideologiche, ma sostanziali. Nel nostro ordinamento non esiste alcuna definizione di ‘monumento nazionale’ per cui oggi la Camera ha approvato una cosa che non esiste. Respingiamo al mittente polemiche sterili e, piuttosto, va rilevato come il voto di oggi sia stato dettato da un approccio dilettantistico e di pura bandiera”.
L’asserire (e peggio ancora votargli contro) che il riconoscimento di “Monumento Nazionale” non esista, è assolutamente falso.
Tale istituzione fu creata nel periodo sabaudo; nell’Italia da poco unita, per evitare che complessi di valore storico-documentario, come le biblioteche legate alle attività ecclesiastiche, andassero vendute a privati o disperse, venne emanata la legge del 7 Luglio 1866 n.3096, che sanciva l’obbligo per lo Stato Italiano di preservare tali Monumenti.
Proprio perchè non fu istituito un organo competente, si è continuato a dichiarare direttamente nelle Camere, con singole leggi, lo status di Monumento Nazionale, onorificenza che non riguarderà più la sola messa in sicurezza delle strutture ecclesiastiche, ma di tutti i siti e luoghi che necessitano una salvaguardia, dato l’alto valore simbolico di riferimento per la comunità nazionale.
Così, troviamo Monumenti Nazionali non solo nel periodo del Regno d’Italia sabaudo, ma anche del periodo fascista, un esempio la casa di Michele Bianchi nel 1930 e la Villa di Guglielmo Marconi nel 1939; così come nel periodo repubblicano, come la casa di San Pio X nel 1952 e la casa di Giovanni da Udine nel 1962, o ancora, la risiera di San Saba nel 1965.
Perciò, la normativa che istituisce un Monumento Nazionale esiste e non è MAI STATA ABROGATA, nemmeno il decreto legislativo del 13 Dicembre 2010 n. 212, che ha cancellato molte leggi del vecchio impianto normativo per una maggiore semplificazione, ha modificato lo status e i benefici di tali Monumenti Nazionali, in cui lo Stato ne è garante e si impegna alla salvaguardia e tutela, vincolando in maniera particolare anche gli eventuali privati che ne siano più o meno collegati.
Sicuramente la norma è antiquata e andrebbe rivista, magari fondando un Istituto addetto che renda omogenei i vari titoli, come per esempio i riconoscimenti di interesse storico della Soprintendenza ai Beni Culturali, che limitano in maniera sensibile la vendita e i trasferimenti anche se di proprietà privata, nonché l’obbligatorietà della corretta conservazione (che per quanto riguarda la casa di Gramsci, era già stata dichiarata dalla Regione Sardegna pochi mesi fa, precisamente dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Cagliari e Oristano), ma ciò non giustifica un voto contrario, che con tale proposta mette solamente lo Stato in condizione di “garante” con doveri, anzi, partendo da questa occasione, sarebbe stato utile il proporre costruttivamente una semplificazione giuridica.
Ma si è preferito fare, come sempre, ostruzionismo, motivandolo con una scusa burocratica, fino alla solita accusa di “disonestà”, dato che la Casa è di proprietà della “Fondazione Berlinguer”, insinuando che i futuri stanziamenti economici saranno utilizzati in maniera poco trasparente. Motivazione di nuovo errata; per evitare questo, bisognava votare a favore, dato il maggior vincolo e ristrettezza operativa a cui si troverà l’associazione dopo il doppio encomio di “Monumento Nazionale” e il riconoscimento di Interesse Storico (come appena esposto).
Quindi, qual’è la motivazione che ha spinto un partito politico a votare contro un tale riconoscimento in chiave tutelativa, a favore di una delle più importanti figure nazionali del ‘900?
Precedentemente abbiamo utilizzato la parola “confermativo”, perché questa vicenda non è isolata. Quando si tratta di scegliere forzatamente se “destra” o “sinistra”, o più in generale di assumere posizione su tematiche antifasciste, la decisione del M5S è sempre stata vaga, elusiva, se non palesemente a destra.
– Difficile non riportare alla mente le parole di vicinanza di Grillo con Simone Di Stefano, esponente di Casa Pound, dichiarando “l’antifascismo è un problema che non mi compete”;


– oppure il Sindaco di Nettuno del Movimento Angelo Casto, che ha reso omaggio ai caduti della Repubblica Sociale Italiana, con immensa soddisfazione di Francesco Storace sul suo “Il giornale d’Italia”;
– oppure il comportamento di molti grillini verso la Sindaca Virginia Raggi, difesa sempre e comunque anche in situazioni indifendibili, ma ferocemente attaccata con insulti razzisti su una sua decisione semplicemente giusta e umana, quella di ricollocare in altra casa popolare la famiglia marocchina minacciata dagli abitanti di San Basilio a Roma, riciclando i vari slogan d’estrema destra e minacciando il non voto al Movimento;
In questo momento di forte smarrimento ideologico, dove le idee reazionarie e propriamente fasciste tornano così prepotentemente e pericolosamente in circolazione, fomentate dal populismo e dagli stessi governi degli ultimi venti anni; votare all’unanimità per il riconoscimento a uno degli intellettuali più ignorati d’Italia, sarebbe stato un messaggio importante e significativo. Ma anche appurato ciò, il politico sardo, rimane un pensatore comunista.
Per questo, come sempre è accaduto, quando c’è da prendere posizione sull’antifascismo, o in generale su qualsiasi posizione minimamente di sinistra, il rischio di scontentare l’elettore di destra che, come dimostrato, ha un peso non sottovalutabile, ha portato il Movimento ad assumere posizioni apertamente in conflitto anche con gli stessi principi fondativi del Movimento, primo fra tutti il “ne destra ne sinistra”, frase che conferma, in chiunque abbia la minima conoscenza politico-storica, la natura di tutti i movimenti “oltre la destra e la sinistra” che nascondono SEMPRE, dal fascismo, al qualunquismo, alla Lega primi anni novanta, una deriva reazionaria, ripulendo tutto il prima, fondendo chi ha effettivamente lavorato in maniera corretta e onesta con chi, in realtà, non lo è stato…
Tutto ciò, sempre giustificato in via ufficiale con motivazioni di principio e burocratiche, come ci dimostra la più recente legge sulla Stepchild adoption (per questo, consiglio la lettura di questo articolo, CLICCA)
Il fascismo si è presentato come l’anti-partito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odi, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano.
Colasanti Marcello
3 pensieri riguardo “La Casa di Antonio Gramsci e la contrarietà del Movimento 5 Stelle, facciamo chiarezza. (Con dettagliata relazione tra M5S e neofascismo)”