Pubblicato il 7 Luglio 2015
Il “NO” ha vinto.
In fin dei conti il messaggio politico, perchè di questo si trattava, è arrivato…
Ma parlando con le persone, rimangono molti strascichi della campagna di disinformazione applicata dai vertici dell’Unione Europea, dalla BCE, dal FMI e da tutta quella “alta” fascia di persone e settori a cui serve questo tipo di Europa, fatto su base economico-privata, e non politco-sociale (su questo inserirò un articolo apposito).
Principalmente, l’idea che si è data era quella “dell’uscita” dall’Europa e dall’Euro, come se questo referendum fosse un “NO” per uscirne e un “SI” per rimanervi. In realtà, i creditori (e qui parliamo di Banca Centrale Europea, Fondo monetario e i principali attori che hanno reso possibile la conversione del debito privato in pubblico per salvare le proprie banche e aziende, Germania e Francia in testa) avevano quasi concluso l’accordo con il premier greco Alexis Tsipras, che in molti punti aveva allentato la presa senza distruggere le norme sociali, quando i creditori, presenziati dal presidente della commissione europea Junker, hanno ritrattato tutto mettendo sul tavolo un altro memorandum, con all’interno le stesse politiche d’austerity degli ultimi anni dicendo:
“questa è la nostra ultima proposta, non ne presentiamo un’altra, non ne accettiamo un’altra da voi”, imponendo un ultimatum.
Per il governo di Syriza la risposta all’ultimatum sarebbe stata un “No”, ma calcolando che questo era un bivio, l’ultimo, imposto da questa Europa non politica, ma solo ed esclusivamente economico-privata, la decisione ultima è stata messa in mano direttamente al popolo. Nulla di più democratico, che non dovrebbe nemmeno stupire altre democrazie. Ma la reazione dell’Unione Europea, della Germania e di tutti gli stati che seguono le loro linee, è stata vergognosa, accusando il governo greco di azione assurda, dato che tutti gli altri paesi erano stati sempre facilmente piegati e tutti i memorandum firmati senza consultazione popolari, Italia in primis (con Renzi che parla di inutilità dei referendum, ma dopo la votazione e relativa batosta “è un modello da seguire in Europa”).
La lezione, ancor prima che politica, è democratica…
Tsipras ha rischiato molto, un “Si” sarebbe stato devastante, ma ha riposto fiducia nella sua politica e nel popolo greco.
La campagna del “SI” ha giocato sulla paura, innescandola in tutta Europa, facendo credere all’operaio italiano o tedesco che “la Grecia non paga e ci rimette anche lui”, in territorio greco chiudendo le banche, dando un’immagine televisiva di una nazione allo stremo delle forze, quando quella condizione c’è da ben 7 anni ed è stata creata in maniera fraudolenta dalle banche e da questa Europa… Inoltre, dopo la vittoria del “NO”, il blocco della liquidità per mettere, chiaramente, l’attuale governo in difficoltà facendo passare, ancora una volta, che la Grecia chiede altri aiuti, quando si parla della normale liquidità versata dalla Banca Centrale, un vero e proprio ricatto…
Da parte del governo, non mi trovo d’accordo con la scelta fatta dall’ormai ex ministro delle finanze Varoufakis che, citando le sue parole, ha dato le dimissioni per aiutare Tsipras nelle trattative.
Che il personaggio fosse scomodo all’interno della trattativa era ben chiaro… prima del referendum si riunirono i ministri dell’economia di tutta l’Unione senza permettere a Varoufakis di entrare; questo è un atto gravissimo nei confronti di uno stato membro. Inoltre, a Varoufakis fu affibbiato il titolo di “incompetente, giocatore d’azzardo” solo perchè, non abbassando la testa come molti suoi predecessori, alle richieste di austerity e di pagamento del debito rispose:
“tra il pagare voi, o pagare le pensioni e gli stipendi, sceglierò sempre pensioni e stipendi”.
Ritrovare un economista del suo calibro unito al suo coraggio la vedo difficile… e appare, purtroppo, come un “compromesso” alle trattative. A fine articolo, inserito il suo commento alle proprio dimissioni.
Vergognoso, come sempre, l’atteggiamento di molti politici italiani, famosi per la loro incoerenza ma che arriva ai limiti del grottesco, continuando quella caratteristica tutta italiani del “salire sul carro del vincitore” all’ultimo momento, anche quando le posizioni sono ridicolmente lontanissime dalle proprie…
E troviamo Beppe Grillo che populisticamente, come sempre, modifica il messaggio di riforma dell’Europa di Tsipras in un rifiuto dell’Europa, dando la sua chiave di lettura della crisi cieca e semplicistica “contro la politica, l’Euro, i corrotti”, omettendo che tutto ciò sono solo conseguenze dell’attuale neo-liberismo incontrollato e imperante, quindi si urla contro un effetto ma non contro la causa, anzi, cosi facendo la si alimenta e aiuta; questa è la differenza grande tra la sinistra e Syriza, ed il Movimento 5 stelle, un discorso di lettura della crisi, uno politico filosofico, l’altro, semplicemente demagogico e populista… Ma i greci non sono gli italiani ed hanno contestato Grillo in piazza Syntagma, anche se nessuno ne ha parlato sui giornali; inoltre, bellissime le parole del portavoce di Syriza, che rispondendo alle sue parole di “sostegno” al “NO”, gli ricorda che in Europa siedono (Syriza e Movimento 5 stelle) uno di fronte all’altro, non accanto, e lui si trova negli stessi banchi del fascista e razzista Farage (il testo completo a fine articolo).
Ma non finisce qui, troviamo anche il leghista Matteo Salvini, che non perde occasione per mettersi in luce dicendo anche cose senza senso, ma alla fine sappiamo qual’è il suo pubblico preferito… e stravolge il significato del referendum con uno sonoro “NO. NO. NO. No all’Unione Sovietica Europea della disoccupazione e dell’immigrazione”, commentando la vittoria di un governo di sinistra vera, distante anni luce da lui e dal suo partito incostituzionale, con commenti sinceramente incomprensibili; non trovo termini di paragone tra uno stato con economia pianificata e collettivistica con quella europea, neo-liberista e in mano ai poteri privati, bancari e multinazionali… questo ci da la portata della sua cultura economico-politica…
Ma anche altri soggetti distantissimi alle posizioni di sinistra di Syriza; troviamo Mario Borghezio, Daniela Santanchè, Giorgia Meloni, una sfilza di parlamentari 5 stelle e via discorrendo…
L’importante ora è mantenere la posizione, cosa che in 6 mesi è stato fatto egregiamente e con coraggio dal governo Tsipras, anche se lo scenario è difficilissimo, ambo i lati, motivo dello stallo di tutti questi mesi; da una parte il non volere accettare la definita distruzione sociale di una nazione, a cui non si può togliere più nulla, dall’altra, il non creare precedenti pericolosi per tutte le nazioni che stanno in finestra a guardare e aspettano il loro prossimo crollo, parliamo di Spagna, Italia, Portogallo, Irlanda, dato che un aiuto “vero”, che fin’ora non è arrivato, verrà poi richiesto anche da altri, ma soprattutto, il non spezzare la politica economica attuata finora da BCE e FMI di vero e proprio controllo delle nazioni tramite debito, che spiegherò dettagliatamente con un altro articolo.
Marcello Colasanti
Le parole di Varoufakis inerenti alle sue dimissioni:
“Poco dopo l’annuncio dei risultati del referendum, mi hanno fatto intendere che ci fosse una certa preferenza per una mia “assenza” da parte dei partecipanti all’Eurogruppo e di altri partner; un’idea che il primo ministro ha considerato potenzialmente favorevole per raggiungere un nuovo accordo. Per questo motivo lascio oggi l’incarico di ministro delle Finanze.
Considero un mio dovere quello di aiutare Alexis Tsipras, nel modo che ritiene più opportuno, per ottenere il massimo dal risultato che ci ha affidato ieri il popolo greco tramite il referendum.
Mi farò carico con orgoglio del disprezzo dei creditori.
Noi di sinistra sappiamo come agire insieme senza curarci dei privilegi che comportano i nostri incarichi. Per questo motivo sosterrò pienamente il primo ministro Tsipras, il nuovo ministro delle Finanze e il nostro governo.
Lo sforzo sovrumano per onorare il coraggioso popolo della Grecia, e il “No” che ha consegnato al mondo, è appena iniziato.”
La risposta di Argyrios Argiris Panagopoulos di “Syriza” a Beppe Grillo:
“Grillo ,scherzi e populismo a parte, in Grecia non si vota per l’euro ma contro l’austerità e la ricostruzione della nuova Europa dei suoi popoli, democratica, solidale e con una maggiore giustizia sociale. Il governo di#Tsipras ha chiuso i CIE, ha dato la cittadinanza ai figli degli immigrati e ha votato una legge per la costruzione di una moschea ad Atene.
Grillo in Parlamento europeo i tuoi deputati si trovano proprio di fronte agli europarlamentari di#SYRIZA. I tuoi europarlamentari si mischiano a dir poco con razzisti e xenofobi e tu stesso hai dimostrato ripetutamente il tuo disprezzo verso gli immigrati.
Grillo il popolo greco e Tsipras lottano nelle strade e nelle piazze. Non mandano mail di protesta, Organizzano lotte con i lavoratori, i disoccupati, i precari, hanno fatto scioperi con le organizzazioni dei lavoratori, quei sindacati che tu odi profondamente.
Tsipras e il popolo del “NO” abbiamo scelto da quale parte stare.
Grillo tu dovevi stare stasera in piazza Syntagma, insieme con la gente del “Si”, perché rappresenti l’altra faccia di questo neoliberismo che divide e distrugge le nostre società.”
Lettera di Fidel Castro a Tsipras
Mi complimento per la sua brillante vittoria politica, i cui dettagli ho seguito da vicino attraverso il canale Telesur. La Grecia è molto familiare tra i cubani. Quando studiavamo a scuola ci ha insegnato la filosofia, l’arte, le scienze e con esse la piu complessa di tutte le attività umane: l’arte e la scienza della politica.
Il suo paese, soprattutto per il suo coraggio nella fase attuale, risveglia l’ammirazione dei popoli latinoamericani e caraibici di questo emisfero, nel vedere come la Grecia difende la sua identità e la sua cultura dalle aggressioni esterne. E non dimentichiamo neppure che un anno dopo dall’invasione di Hitler alla Polonia, Mussolini ordinò alle sue truppe di invadere la Grecia, e questo paese forte, respinse l’aggressione e fece retrocedere l’invasore, la qual cosa obbligò lo schieramento di blindati tedeschi, sviandoli dal loro obiettivo iniziale.
Cuba conosce il valore e la capacità di combattimento delle forze russe che, unite al loro potente alleato della Repubblica Popolare Cinese e ad altre nazioni del Medioriente e dell’Asia, cercheranno sempre di evitare la guerra, ma mai permetteranno agressione senza una risposta forte e devastatrice. Nell’attuale situazione politica del pianeta, quando la sopravvivenza della nostra specie è appesa a un filo, ogni decisione deve essere piu che mai attentamente elaborata e conscienziosamente eseguita, in modo che nessuno possa dubitare della onestà con la quale molti dei dirigenti più seri e responsabili lottano oggi per affrontare le calamità che minacciano il mondo.
Le auguriamo, stimatissimo compagno Tsipras, il migliore dei successi.
Fidel
2 pensieri riguardo “OXI: Il “NO” ha vinto. I retroscena di una lotta impari.”