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Uno stato di guerra palese: la misura non c’è più nemmeno a parole.

Dal post Facebook:

Durante la rievocazione storica dello Sbarco alleato in Normandia (e non in Lombardia) tra gli invitati c’era un Presidente che sovente, anche in visita in Italia con la Meloni, ha sfoggiato simboli che richiamavano palesemente le vecchie divisioni collaborazioniste naziste, tra cui la SS Galizia, glorificando anche i vecchi criminali di guerra con centinaia di migliaia di morti dirette sulla coscienza, come nel caso della standing ovation per il veterano nazi-ucraino in Canada (paese che più di tutti ha nascosto e salvaguardato, nei decenni, i criminali nazisti ucraini). Il nuovo siparietto è avvenuto mentre il Presidente francese Macron, come tutta Europa d’altronde, non maschera più l’aperta volontà di immolare un continente intero agli interessi degli USA (gli unici a guadagnare dall’attuale conflitto e dal prossimo termonucleare). Non c’è più la misura nelle parole, tutto è palese, dall’economia di guerra, alla repressione del minimo dissenso, alla mancanza completa di meccanismi democratici e sordità alle richieste popolari (il voto, non è uno di questi in sistema liberale).

Come ben sappiamo (quanti in realtà?), la guerra mondiale è iniziata nel 2014, non ora o nel 2022, e l’abbiamo voluta, cercata e finanziata noi membri NATO. Se nella prospettiva statunitense è un modo per allungare l’agonia di un impero morente, noi europei l’abbiamo fatto per cieco servilismo e ignavia.

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