Articoli del 2024 · Conflitto israelo-palestinese · Dal Mondo · Repressione e controllo

“Perché non parlate degli ostaggi?”. Eccoli.

Tra i commenti di critica che troviamo in ogni articolo, video o post sui crimini israeliani o genericamente riguardanti la Palestina, c’è il “perché non parlare degli ostaggi?“.
Premettendo che di ostaggi ne abbiamo sempre parlato e discusso, auspicando anche per loro un epilogo positivo (a differenza dei desideri genocidi che, senza nessuna remora, palesano i filo-israeliani sui social); cogliamo l’occasione per parlarne di questi ostaggi, ma su come vengono trattati da tutte e due le parti.
Commento dedicato ad un post Facebook che è stato attualmente bannato, motivo per cui lo giriamo sul sito, insieme ad un video in cui troviamo le testimonianze di varie persone rapite o arrestate, con la bandiera in basso ad indicare chi, in quel caso, deteneva la persona in custodia.

Il post cancellato:


Da una parte i terroristi “animali umani“, dall’altra l’unica democrazia del medio oriente.

O vanno invertite?

Una precisazione che sfugge ad ogni telegiornale: i “prigionieri” palestinesi rilasciati da Israele sono all’effettivo ostaggi, non criminali in prigione.

Come accade da decenni, Israele ha inserito nel suo ordinamento una fantasiosa “detenzione amministrativa” sulla base del semplice “sospetto“. I Palestinesi della Cisgiordania e di Gaza si ritrovano in carcere, spesso senza accusa formale, a “data da destinarsi“, con conseguenti certificate violenze e torture. Nell’ultimo mese i centinaia di raid notturni dell’esercito e della polizia israeliana, a cui sono seguiti migliaia di arresti ingiustificati, hanno riempito le carceri di preziosa “merce di scambio”, come in questo caso. Nel medesimo arco di tempo, al numero di ostaggi palestinesi rilasciati hanno fatto seguito un numero maggiore di “arresti” da parte dell’autorità israeliana.

Il video con le testimonianze:

Aggiornamento: il video è stato bannato su Instagram e Facebook, visibile solo su YouTube

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