Articoli del 2022 · Conflitto in Ucraina · Politica

Un commento a caldo, dopo una mattinata di post apocalittici.

Di tempo per le valutazioni inconcludenti che ci diamo a sinistra (vera e finta) ne avremo abbastanza, una considerazione a caldissimo.

I post apocalittici sul “ritorno del fascismo” (ah, perché prima se ne era andato?) che da stamattina inondano le pagine dei social degli “antifascisti di cartone”, fanno pena quanto rabbia.

La maggior parte degli autori di questi post non hanno provato nessun imbarazzo il 25 Aprile, nel giorno più importante dell’antifascismo, a sfilare accanto a bandiere con le rune utilizzate nel terzo Reich e dai collaborazionisti nazisti, quelli che Auschwitz non l’hanno liberata ma riempita. Striscioni e bandiere rese più accattivanti da un po’ di giallo-blu e la stella della NATO, confermando così la propria colpevolezza sul non aver compreso quello che stava accadendo da 15 anni a questa parte sul piano geopolitico, aggiunta ad una palese confusione ideologica.
(sulla giornata, consigliati questi articoli:
In propaganda di guerra, l’affondo sulla Resistenza e l’ANPI. Con la provocazione della Brigata Ebraica sul 25 Aprile.
Un Buon 25 Aprile, nel giorno della Liberazione dai valori invertiti.)

Tutto è mortalmente connesso.

Quando per 30 anni si gioca a fare i liberali spostandosi ogni volta un passo più a destra, oltre a perdere senso politico e connessione con la base, nel momento in cui le cose andranno male al capo opposto del filo si troverà sempre il fascismo, che è un effetto, mai una causa (e nemmeno un’ideologia politica, ma un’attitudine).

Dietro a un fascista ci sarà sempre un liberale col portafoglio aperto.
Sempre
.
Una delle poche regole invariabili che ci arrivano dal più mutevole degli insegnanti, la Storia.

Il personaggio mediatico Meloni (mediaticamente costruito e alimentato, come le altre due parabole recenti, Salvini e Renzi) deve più ringraziamenti al contorno con cui si è “scontrata” piuttosto che a se stessa, trovandosi un’opposizione “antifascista” senza coscienza politica e di classe, che nella sostanza delle applicazioni politiche, economiche e geopolitiche ha mostrato un’alterità solo di facciata.
Su questa valutazione, la stessa Meloni rappresenta un pericolo più nella forma che nella sostanza.

PS: fermo restando che le elezioni in un sistema liberista come il nostro, ormai allo stato più avanzato e decadente, rappresentano un rituale ormai lontano e scollegato dai reali centri di potere, nazionali e geopolitici. In fondo, come negli ultimi 70 anni.
PPS: calcolando alcuni commenti passati, la critica non è rivolta “all’antifascismo”, quello cosciente e anti-liberista, che rimane un caposaldo imprescindibile di ogni paese democratico, ma a quello di facciata e senza fondamento politico e d’azione che oggi ritroviamo nei partiti istituzionali come PD, LeU, Verdi, ecc., che sovente chiamiamo di “cartone”. Pasolinianamente parlando, quelli che di antifascismo si sono ritagliati un vestito e non una coscienza. Sembra assurdo fare tale precisazione, ma a quanto pare è necessaria.

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