Articoli del 2022 · Conflitto in Ucraina · Geopolitica · Politica · Unione Europea

Tra ingerenza, bollette e guerra mondiale: buon voto.

Tra un Biden che prende le misure“;
una Von Der Leyen che minaccia “strumenti” (rettificati in un tentativo maldestro dalla sua portavoce, con una pezza peggiore del buco);
uno Zelensky che esorta gli italiani alla scelta di “politici morali“, detto da un paese che ha eliminato ogni politico che ricordasse anche lontanamente un barlume di opposizione e di sinistra (ben prima della guerra), nei giorni in cui torna a definire “eroi” gli squartatori e stupratori nazisti di Azov;
un Kissinger, uno dei peggiori assassini del ‘900 che premia Draghi come il “miglior premier dell’anno“, aggiungendo “il mondo ha bisogno di leader con la visione di Mario Draghi“, che tradotto suona meglio “segue senza discutere il compito che arriva da Washington, anche se porta al disastro economico europeo“;
una Giorgia Meloni che chiude la campagna elettorale con un attacco alla Cina e il sostegno per Taiwan (saprà dov’è? ne conosce la storia?), come a dover rassicurare che comunque vada l’elezione, chiunque vada al governo, prima degli interessi degli italiani viene sempre la sudditanza agli americani;

per trovare delle elezioni con un’ingerenza più sfacciata dobbiamo tornare al 1948.
Parafrasando al contemporaneo: “nell’urna Putin non ti vede, ma Zelensky sì“.

Repubblica, la Stampa, Chicco Mentana and co. hanno visto ingerenza solo sotto forma di rubli, che ancora affannosamente stanno cercando senza successo.

In qualsiasi modo, gli Stati Uniti facciano sonni tranquilli:
i partiti a cui è stato dato un realistico spazio mediatico, quindi che “esistono” per la percezione elettorale, formano un largo e unico blocco liberista, atlantista, che non mette minimamente in discussione il ruolo geopolitico statunitense, anche se ormai esaurito sotto ogni profilo se non per quello bellico, accettando la follia dello scontro militare imminente (per anni costruito e pianificato) che, per noi europei nel mezzo, significherà la cancellazione.
Per farci credere che in fondo su qualcosa possiamo “tifare”, la partita si gioca sulle sfumature: temi nazionalistici e urla da una parte, finto antifascismo di cartone dall’altra. Il liberismo economico rimane centrale e indiscutibile.
Conclude il quadro una legge elettorale e un meccanismo di selezione/elezione che non garantisce in nessun modo una realistica e democratica rappresentanza.

Detto ciò, buon voto a tutti.

PS: calcolando che la “vostra” scheda è comunque lì disponibile, lasciarla in bianco non è una scelta saggia. Ogni voto in meno al largo partito liberista-atlantista che va da Fratelli d’Italia al Partito Democratico, può aiutare a inserire qualche voce dissidente nel parlamento. Difficilissimo, calcolando che la riforma delle camere a 400 deputati e 200 senatori, unita a un maggioritario spinto (che non è mai democrazia), rende l’impresa titanica.
Personalmente, premierò le 5 parlamentari del gruppo Manifesta che da sole hanno fatto opposizione in questi anni, prendendo una posizione netta contro l’invio di armi all’Ucraina e alle sanzioni alla Russia. Oggi, sono all’interno della lista di Unione Popolare.

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