Due mesi fa commentai il propagarsi dell’epidemia, quando gli occhi erano solo ed esclusivamente sulla Cina, con:
– la “bomba” saranno gli USA
– lo scandalo il Giappone.
Sugli USA, ne ho già ampiamente scritto su motivazioni e sviluppi attuali. QUI e QUI
Sul Giappone, come sempre andrebbe fatto, basta basarsi sull’atteggiamento che storicamente quel paese o governo ha assunto in casi simili. E in questi casi la verità, non l’hanno mai divulgata.
Senza incastrarci in storia troppo antica, valutiamo la storia recente.
Meno di due anni fa, andai in Giappone per approfondire alcuni aspetti della società nipponica con interviste e incontri politici.
Parlare di politica con un giapponese, per giunta con il ruolo di sconosciuto e straniero, è difficilissimo, perché culturalmente non è “buona cosa” e, in generale, c’è reticenza a parlare in maniera aperta dell’autorità (nessuna critica, solo una costatazione di come funziona la società giapponese).
Ma su qualcosa di politico parlavano, eccome, in maniera critica.
La gestione del disastro nucleare di Fukushima e relativa emergenza.
L’entità del disastro fu nascosta inizialmente, minimizzando in maniera piuttosto grossolana. Parlarono di uno “sversamento in oceano di 100 litri d’acqua contaminata” (praticamente il contenuto di uno scaldabagno).
Addirittura, per placare le preoccupazioni iniziali, dissero che i prodotti della zona di Fukushima, come le verdure e i prodotti ittici, erano assolutamente sicuri.
Per confermare la voce governativa, il famoso conduttore Otsuka Norikazu (il loro Pippo Baudo), mangiò in diretta TV le verdure della zona contaminata, come segno dell’assoluta salubrità dei prodotti.
Il presentatore Norikazu, si ammalò di leucemia.
Lo sversamento (che continua tutt’ora in oceano e in quantità ignota nelle falde) fu di milioni di litri.
Molti giapponesi ricordano con sdegno quei momenti, dove le menzogne furono enormi. Ma volendo fare gli avvocati del diavolo, quelle menzogne erano VERAMENTE ENORMI, e una lampadina sarebbe stato opportuno accenderla a tempo debito da parte loro (le conseguenze politiche furono le dimissioni del Premier Naoto Kan).
Ora, guardando agli elementi attuali disponibili; il Giappone è stato il primo paese ad avere un focolaio attivo fuori dalla Cina, quasi immediatamente dopo.
Tutte le conferenze stampa effettuate dal governo giapponese e dal Primo Ministro Shinzo Abe, hanno sempre avuto come tematica prioritaria le Olimpiadi di Tokyo 2020, annunciando più e più volte che il Giappone era pronto per ospitarle e non le avrebbe rimandate (per poi piegarsi alla realtà dei fatti, cioè quella di un pianeta intero non in grado di partecipare, e quindi, posticiparle al 2021). Parliamo del più grande evento per volumi di capitali e persone coinvolte.
Alla luce di questi eventi, il dato ufficiale di 3.650 casi di covid-19 senza aver emanato nessuna restrizione, con tutto il rispetto per il Governo e la Terra del Sol Levante, ci appaiono molto simili a quei 100 litri d’acqua dello scaldabagno di Fukushima.
Per portare un esempio, il paese che parallelamente insieme al Giappone ha avuto un focolaio da nuovo coronavirus, è stata la Corea del Sud, che dichiara 10.284 casi ma a fronte di una gestione della situazione estremamente repentina e forte, come tamponi a tappeto, lock down e tracciatura degli spostamenti tramite cellulare.
Ora con le motivazioni economiche delle Olimpiadi venute meno e la situazione dei paesi del blocco Atlantico precipitati, il Primo Ministro Shinzo Abe dichiarerà lo stato di emergenza probabilmente l’8 Aprile, mandando in lock down le grandi città.
Quelle espresse in queste righe sono valutazioni sulla base degli eventi storici passati e dell’atteggiamento che, governativamente e culturalmente, il Giappone ha mantenuto in passato. Nonché, i dati di confronto con situazioni molto simili.
Nessuna tesi complottista (su questo blog, non ne leggerete mai una, le lasciamo come sempre a ignoranti e fascisti).
E’ il classico caso in cui l’aver ragione non è positivo, perciò ci auguriamo, con piacere, di sbagliare.
In Giappone gli scandali sono lenti a palesarsi, attendono anche anni.
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