Articoli del 2021 · Cina · Cronaca · Dal Mondo · Poche righe

Presunta lista degli studenti gay a Shanghai, un primo commento.

Sede del Shanghai Pride, Distretto M50, Shanghai.

Riguardo la moltitudine giornaliera di fake news contro la Cina, ci siamo sempre stupiti di come non fosse stata ancora giocata la carta dei diritti LGBTQ+ da parte dell’occidente liberale.
Presto detto…

Ha rimbalzato in tutto il mondo la notizia di una sorta di “schedatura” per omosessuali e persone vicine alla comunità LGBTQ+ da parte dell’Università di Shanghai.
La notizia è stata diffusa come certa nei titoli sensazionali, ma farcita negli articoli di “sembrerebbe“, “parrebbe“, “a quanto pare“, “dovrebbe” (la fiera del condizionale). Bastava applicare le semplici e basilari regole del giornalismo per ricercare la minima fonte al “documento” citato, per scoprire che tutta la notizia è montata su un semplice screenshot, rimbalzato su WeChat, di un testo di cui non si risale in alcun modo all’originale. Ancor più assurdo il caso se si dimostrasse vero, dato che nel documento incriminato leggiamo di un semplice questionario sociologico per capire l’andamento della comunità universitaria, analogo ad altri già diffusi in passato e simili a quelli che troviamo spesso anche qui da noi; niente a che vedere con una lista di proscrizione.
Leggendo i commenti degli universitari di Shanghai su Weibo (social network cinese), nessuno sembra aver mai visto tale questionario.

Sulla base di questi inesistenti elementi, sono stati montati gli attuali articoli di agenzie stampa e giornali.

Aggiungendo un commento personale, che trova conferma e riscontro in chiunque ha avuto modo di visitare/vivere la Cina:
la comunità LGBTQ+ gode di larga accettazione in Cina. In molti casi definibile come “neutralità”, nell’accezione positiva del concetto, assenza di ostilità.
Ovunque ho trovato gay bar e discoteche a maggioranza omosessuale. Da Pechino fino a Guilin.
La quotidianità cinese è fatta di rispettosità e mitezza, raramente si viene importunati; per rigor di cronaca devo riportare che le uniche situazioni in cui sono stato “infastidito“, coincidevano con quei contesti. Questo non per sottintendere qualcosa di negativo (me ne vedrei bene), ma per far comprendere come la comunità si muova nell’assoluta libertà di intenti e azioni.

A Shanghai, nel Distretto artistico M50, c’è la sede e negozio di merchandising dell’organizzazione LGBTQ+ che organizza il pride; la visitai proprio per scambiare due parole e comprendere la situazione, a conferma della situazione di tolleranza. La foto in copertina è stata scattata in quell’occasione.
(Il sito di Gay.it ha riportato la notizia dicendo che dal 2020 è stato vietato il Pride a Shanghai; in realtà, solo nel 2020, sono state effettuate 9 manifestazioni organizzate dal Shanghai Pride…).

In un prossimo articolo inserirò in maniera didascalica le vicenda di questa ennesima fake news, con qualche altro scatto della mia visita alla sede del Pride di Shanghai, in attesa del comunicato ufficiale dell’Università, che di certo non leggerete su Gay.it, Repubblica e The Guardian.

Sostieni il sito

Ogni articolo o servizio fotografico è realizzato per una fruizione gratuita. Ma contenuti di qualità richiedono tempo e (purtroppo) denaro. Se hai apprezzato qualcosa e vuoi sostenere il sito, il Riccio ringrazia!

2,00 €

Donazione una tantum

Scegli un importo

€2,00
€5,00
€10,00

O inserisci un importo personalizzato


Apprezziamo il tuo contributo.

Fai una donazione

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...