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L’atto vandalico al monumento di Pasolini. Il continuo vilipendio fascista ai danni di un poeta.

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Spesso si dice: “Pasolini non poteva essere capito, era cinquant’anni avanti…”
Ne sono passati quaranta dalla sua morte, più di cinquanta da tante sue opere…

  E oggi, che siamo avanti a quei cinquant’anni, lo comprendiamo?

È di poche ore fa la notizia della devastazione procurata dai fascisti di “Militia” al monumento posto sul luogo dove fu assassinato all’idroscalo di Ostia, continuando, senza mai interromperla, quella persecuzione che i fascisti adempirono nei confronti del poeta e sostenuta anche dalle forze di polizia e politiche.

Oltre ad aver devastato la statua dello scultore Mario Rosati, non restaurabile e che dovrà irrimediabilmente essere sostituita in molte sue parti (lo annuncia lo scultore stesso); sono state distrutte le targhe in marmo con le sue poesie ed è stato apposto lo striscione con scritto: «Ma quale poeta e maestro: frocio e pedofilo, lui era questo».162119475-2adee9f3-0499-44d5-b699-6e0ac9f5b4f3

  Commentare l’atto vile, ignobile, demente e fascista, è abbastanza vano…
Quanto alle offese, dimostrano ancora, come non mai, il livello di conoscenza storica e culturale di quella parte di popolazione, che nella bassezza dell’uomo medio odierno, si definisce fascista.

Con parole pasoliniane:

“Lei non ha capito niente perché è un uomo medio, ma lei non sa cos’è un uomo medio: è un mostro, un pericoloso delinquente, conformista, colonialista, razzista, schiavista, qualunquista.”

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E a questi “uomini” medi, Pasolini ha sempre risposto; anche a distanza di quarant’anni la sua voce può arrivare a loro, incontrando sicuramente, nei loro orecchi, tappi di cera fusi dall’ignoranza, dall’odio, dalla stupidità, dalla disinformazione, dal revisionismo e, si, dal conformismo…
 

“L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo. Non occorre essere forti per affrontare il fascismo nelle sue forme pazzesche e ridicole: occorre essere fortissimi per affrontare il fascismo come normalità, come codificazione, direi allegra, mondana, socialmente eletta, del fondo brutalmente egoista di una società.”

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  Non possiamo, ancora una volta, non confermare la visione, dati i recenti fatti, di Pasolini su questo paese:

“Il popolo più analfabeta, la borghesia più ignorante d’Europa.”

A questo punto, se viviamo in quei fatidici “cinquant’anni avanti”, guardandoci intorno, Pasolini era “cent’anni avanti…”

Parole che, mi auguro con tutto me stesso, in quel futuro non siano riproposte modificate solo nei numeri, commentando gli episodi a venire ….
“Pasolini, era 150 anni avanti…”

Consiglio vivamente la lettura di questo articolo, che esprime un bilancio sulla memoria dedicata a Pasolini in questi quarant’anni di sua assenza: Quarant’anni senza Pasolini: il delitto continuo alla sua memoria. (CLICCA QUI)

Colasanti Marcello

2 pensieri riguardo “L’atto vandalico al monumento di Pasolini. Il continuo vilipendio fascista ai danni di un poeta.

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