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“The wolf of wall street” e il triste parallelo con la finanza italiana.

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Pubblicato il 5 Febbraio 2014

 

L’ultimo film di Martin Scorsese, “The wolf of wall street”, è un buon film.
Qualche scena un po’ troppo audace l’avrei evitata, ma il mondo di cui tratta, purtroppo, è squallidamente quello.
L’aspetto su cui fa riflettere di più questo film (o almeno, dovrebbe, in persone veramente informate) è che nonostante i metodi utilizzati da Jordan Belfort per accumulare capitali, da noi in Italia, non sarebbe stato mai processato…

Il protagonista (storia vera) muove in maniera illecita milioni di dollari in Svizzera, sua principale accusa. In Italia, grazie alla Legge n. 367/2001 del governo Berlusconi 2, che limita l’utilizzo delle rogatorie internazionali con lo scopo di coprire i movimenti illeciti di denaro all’estero, fatta su misura per il processo SME; il signor Belfort l’avrebbe fatta franca… (senza contare, inoltre, i mille cavilli, ai reati che non sono più reati, ai tempi ridicoli della prescrizione, ecc… ).

Su questo, fu un dilettante, mica come il buon caro vecchio Silvio…
E questo si collega perfettamente alla notizia di pochi giorni fa, in cui l’Unione Europea rilascia lo spaventoso dato che su 120 miliardi di Euro di corruzione all’interno dei 28 paesi membri, 60 miliardi sono la corruzione italiana, cioè, noi siamo corrotti come tutti gli altri 27 paesi messi insieme; ogni 2 Euro sottratti dalla corruzione, 1 Euro l’ha rubato un italiano…..

E il rapporto dell’Unione Europea non si ferma qui, dice anche la causa di tutto ciò (cosa che la sinistra “vera” ha sempre denunciato e cercato di far capire, ma in molti non capiscono, drogati dai media, drogati dal populismo o semplicemente perché gli conviene); negli ultimi venti anni di governi di destra e di Berlusconismo, sono state introdotte/abrogate leggi mirando a depenalizzare la maggior parte dei reati legati alla finanza e a favorire i grandi evasori, i grandi capitali e i grandi industriali, partendo dalla depenalizzazione del falso in bilancio, dalla limitazione delle rogatorie internazionali, il legittimo “sospetto”, condono tombale per le grandi aziende, i vari lodi per rendere immuni come lo Schifani e l’Alfano, condoni edilizi, estensione del condono edilizio in aree protette (tra i primi motivi di alluvione in Sardegna), legge Cirielli, riduzione dei tempi di prescrizione, legge Pecorella, “processo breve”, ecc… che in ottica corruzione, aiutano non poco… (e ripetiamo, leggi dei vari governi succedutisi di centro-destra, perciò, non attacchiamo la solfa “so tutti uguali”, perché tutti uguali non sono).

Ma questi provvedimenti che sono stati palesemente introdotti nello specifico per l’interesse di una singola persona, essendo legge, purtroppo, valgono per tutti.
  Ma tutti chi?
Chiaramente chi ha interessi simili, come industriali, banchieri, alta finanza, mafiosi, associazioni malavitose, chiunque movimenta grosse quantità di denaro e tutti quelli che stanno “in alto” alla triste piramide sociale; di certo, non giovano all’operaio, all’impiegato, al contadino (a cui, a poco a poco, hanno tolto anche i quattro diritti che avevano conquistato con le lotte e, purtroppo in troppi casi, con il sangue).

Questo è uno dei macro problemi, uno di quelli che va risolto, uno di quelli che strozza l’economia, lo Stato, con la continuità di capitali che sfuggono, che vengono rubati, che non vengono versati come tasse, parliamo della fascia più alta della società, quelli che dovrebbero pagare di più, quelli che in realtà, non pagano mai.

E questa stessa fascia fa in modo che l’operaio distolga l’attenzione da questo che è “IL” problema, con campagne populiste che fanno breccia in facili e ignoranti menti, come il creare nuovi problemi, amplificare alcuni già esistenti ma minoritari, rendere problema qualcosa che non lo è.

Con queste premesse, è ridicolo che qualcuno si scagli contro uno straniero, quando il problema non è quello, o magari, non lo è nella forma in cui viene presentato, e non si accorga minimamente che anche quello è un disgraziato come lui e chi veramente gli ha creato il problema, è lo stesso che sta votando….

Su tutto questo, sul film, sui temi trattati, ci sarebbe una critica piuttosto lunga sul capitalismo; evitiamo…

Preferisco chiudere in un modo originale, con una frase del padre del capitalismo Adam Smith, tratta da “La ricchezza delle nazioni”, (ripeto, il padre del capitalismo, non Karl Marx), per sentire cosa ne pensa sull’aver affidato per 20 anni le sorti di una nazione in mano a un industriale (che lui chiama commercianti) e in generale, l’economia mondiale in mano al loro gruppo:

  “L’interesse di coloro che trattano nel ramo commerciale è sempre diverso da quello del pubblico, e anche opposto. L’interesse dei commercianti è sempre di allargare il mercato e restringere la concorrenza.
La proposta di una nuova legge o di un regolamento di commercio che provenga da questa classe dovrebbe essere sempre ascoltata con grande precauzione e NON DOVREBBE MAI ESSERE ADOTTATA, se non dopo averla esaminata a lungo e attentamente, non solo la più scrupolosa, ma anche con la più sospettosa attenzione. Tale proposta, infatti, proviene da un ordine di uomini il cui interesse non è mai esattamente uguale a quello del pubblico e che, generalmente, ha interesse a ingannare e anche a opprimere il pubblico, come in effetti ha fatto in numerose occasioni.”

Marcello Colasanti

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