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AMMINISTRATIVE DI ROMA 2016 – Gli enormi errori negli scrutini: preferenze non trascritte, 40 sezioni in bianco, 30.000 voti “scomparsi”…

 

elezioni-voto

L’attenzione per le amministrative romane è attualmente rivolto sull’imminente ballottaggio, senza aver prestato il giusto peso e la dovuta attenzione a una problematica molto importante, quella dello spoglio e del conteggio dei voti. 

Non che nelle precedenti votazioni il tutto si sia sempre svolto in maniera corretta, ma in questa tornata, tutti i limiti, le contraddizioni e gli errori del sistema elettorale e della modalità di conteggio dei voti si è palesata in maniera evidente. 

Passati dieci giorni dal voto, diversi Municipi ancora non erano riusciti a stilare un elenco delle preferenze per i Consiglieri, con decine di sezioni ancora al conteggio e con dati mancanti, fino all’assurdo comunicato di oggi da parte dei Magistrati addetti al ri-controllo delle schede; 40 sezioni commissariate per irregolarità verranno chiuse senza scrutinio per l’impossibilità di provvedere al reale conteggio.
30.000 voti, con relative preferenze, sono andate perdute. 

C’è da dire che il caos ha regnato sovrano fin dall’inizio, pensiamo alle liste non accettate, con ricorsi respinti dal TAR e riammissioni del Consiglio di Stato, perdurato, come visto, fino ad ora…

Lo scrutinio è stato assurdamente lungo, impiegando abbondantemente l’intera notte e superando di gran lunga le dodici ore massime nella quasi totalità delle sezioni, con moltissimi seggi che a pomeriggio inoltrato del lunedì erano ancora impegnate nei conteggi, con gli addetti arrivati a oltre 30 ore di lavoro consecutivo. Questo ha portato alla chiusura forzata delle sezioni, dati anche i malori fisici da parte di diversi scrutatori, con la conseguente consegna “in bianco” del verbale.

Sia la fretta di chiudere in tempo, che la normale stanchezza, hanno penalizzato il conteggio dei voti per il Municipio, dato che vengono eseguiti dopo quelli del Comune, con evidenti irregolarità sul conteggio e trascrizione delle preferenze; in molti casi, dopo la richiesta di ricontrollo da parte dei Rappresentanti di lista, ci si è accorti che le preferenze di alcune liste non erano state, più o meno volutamente, non conteggiate e, conseguentemente, per non essere trascritte a verbale…

Al Seggio centrale si è fatto i conti con verbali totalmente non compilati, conteggi errati, intere urne di sezioni commissariate da scrutinare, discrepanze gravi e significative, non corrispondenza con i dati dei rappresentanti di lista.

Questo rappresenta un episodio nuovo a Roma, a questo livello, non si era mai arrivati; anche se il quadro dei candidati Sindaco non cambia, la volontà dell’elettorato, in molti frangenti, è stato fortemente alterato soprattutto sulle preferenze per i Consiglieri, non solo per i 30.000 voti “spariti”, ma anche per l’erronea attribuzione o non trascrizione.

Uno dei problemi principali è la totale disorganizzazione procedurale nei conteggi, che non fanno capo a un sistema ben definito, lineare e UNICO per ogni sezione, non lasciando dubbi e spazio per l’interpretazione personale; lo scrutinio “da manuale” è quasi impossibile da fare, data la mole delle schede, il sistema di conteggio difficile e i tempi stretti. Andrebbe assolutamente redatto un sistema di conteggio unico da seguire, rigidamente, in ogni sezione.  

Per fare ciò, va snellito anche il sistema di votazione, per prima cosa l’eliminazione del voto disgiunto, motivazione per cui il conteggio spesso non torna, allungando di molto il lavoro per il doppio conteggio. Questa assurda regola è solo un pretesto per continuare quella malsana politica del “favore”, “dell’amico”, “del parente”, dando la possibilità di votare comunque il Sindaco che si preferisce, lasciando però il modo di votare in maniera favoritistica il Consigliere di altra lista. Questo va eliminato… se si vota una lista, se ne vota il candidato sindaco collegato.

Ma il problema più grande riscontrato è la totale IMPREPARAZIONE e INCOMPETENZA degli addetti al conteggio, dagli scrutatori fino ai Presidenti.
In quasi tutti i casi riscontrati, gli scrutatori poco o nulla sanno del sistema elettorale e di come si vota, arrivando addirittura a chiedere consiglio ai rappresentanti di lista, che teoricamente hanno una funzione di “garante”, ma comunque di parte.
Ben più grave se la stessa incompetenza la si riscontra nei Presidenti di seggio; in moltissimi casi il manuale non viene mai interpellato nelle situazioni di voto di difficile comprensione (in cui ci sono tutti gli esempi di voto possibile), lasciando alla “fantasia” e incompetenza l’attribuzione di voto. Assurdo che da una sezione all’altra, da una stanza adiacente all’altra, la stessa casistica di voto venga interpretata in due modi differenti… 
E le votazioni del 5 Giugno sono state l’emblema di questa problematica; oltre a casistiche più che palesi, in cui i voti sono stati annullati o attribuiti erroneamente, con perdita o attribuzione delle preferenze in maniera alquanto fantasiosa, posso menzionare il caso di un Presidente che attribuiva voti ad una lista a scapito di un’altra, anche se con espressione ben chiara dell’intenzionalità del voto con segno sul solo simbolo, giustificandosi con: “è… ma qui l’elettorato è anziano, sicuramente avrà voluto indicare l’altro partito… dato che sono simili”. Questo nel tacito assenso degli altri scrutatori.
Nella confusione e caos, ci si rende vulnerabile anche ai brogli…

Per risolvere questa problematica, basterebbe inserire un corso obbligatorio per tutti gli scrutatori e un corso con relativo esame per i Presidenti. 

Mentre, per quanto riguarda le tempistiche, il far votare in un’unica giornata, oltre che “meno” democratico, dato che sicuramente limiterà la votazione a una parte di popolazione che non potrà in quel dato giorno recarsi alle urne (tra l’altro, in tempi di astensionismo…), rende più vulnerabile all’errore gli addetti al conteggio, dato che lo scrutinio partirà in tardo orario dopo 16 ore di seggio…
Sarebbe opportuno, almeno, sigillare il tutto e far partire il conteggio al giorno dopo.

Come esposto, le Amministrative romane del 2016, sollevano molti dubbi sulle regolarità del voto, (estremamente grave che non tutte le forze politiche stiano esponendo la questione, anche chi grida “all’onestà”…) non sull’effettiva proporzionalità che si è delineata sui Sindaci, ma indubbiamente sulla delicata questione delle preferenze, con centinaia di verbali di sezione in bianco e 40 sezioni non scrutinate, che fanno “volatilizzare” 30.000 voti; un caso mai visto a Roma. 
Ma allo stesso tempo, confermano che l’organizzazione, il sistema elettorale e le procedure connesse alle votazioni, sono insufficienti se non propriamente errate, lasciando un ampio margine all’errore, più o meno voluto. Forse, proprio per questo, viene mantenuto a questa maniera…

 

Colasanti Marcello

 

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