Pubblicato il 19 Aprile 2013
Oggi hanno riproposto un bellissimo film, “In nome del popolo sovrano”, che tratta le vicende della Repubblica romana.
La triste narrazione di questa breve parentesi storica, è densa di significato e importanza, non solo per noi romani e per noi italiani, ma per il mondo intero.
Un gruppo di uomini liberi, decise di dire basta ai soprusi, a un sistema di disuguaglianza, al potere temporale dei Papi, e di costituire una propria Repubblica con una Costituzione, che ancora oggi, desta stupore e ammirazione per la modernità e per il senso di libertà e giustizia che emana.
Nella sua Costituzione, troviamo il rispetto e le garanzie per l’avversario sconfitto (il normale esercizio spirituale per la Chiesa Cattolica, non fu bandito, malgrado li avesse torturati ed uccisi), l’abolizione della pena di morte, l’abolizione della tortura, laicità dello stato, libertà di culto, abolizione della censura, suffragio universale, libertà d’opinione, divisione dei poteri, diritto alla casa, abolizione della leva obbligatoria……
Tutto questo è la base di partenza del pensiero civile e democratico della maggior parte delle nazioni, tutto parte da qui.
Un periodo di grande fermento, nato dalla mente di grandi pensatori liberi, con pensieri e ideologie nate o diffuse in quel periodo, come il socialismo e l’internazionalismo, il liberalismo, il pensiero repubblicano e democratico…
Pensando a oggi, la tristezza è immensa, non solo per l’ignoranza dimostrata dalle persone su questo importante periodo e su cosa ci ha lasciato (pensando anche ai movimenti operai nati da li a poco in Europa sotto l’Internazionale, a cui oggi dobbiamo i primi diritti dei lavoratori), ma per tutti quei giovani che oggi si rispecchiano, ignorantemente, in nostalgiche dittature del passato, che questi ideali e diritti, di libertà e di giustizia, hanno saputo solo distruggere e calpestare con la violenza fisica e l’arma dell’ignoranza.
Invito tutti a ripassare la storia di quel periodo, ricordando quegli italiani su cui veramente è doveroso sentire un senso di orgoglio (anche se odio questa parola) e di appartenenza, come Mazzini, Garibaldi, Pisacane, Mameli, “Ciceruacchio”, Dandolo, anche di alcuni anni prima, come Targhini e Montanari.
Portate avanti il ricordo di queste persone, siate nostalgici non dell’oppressione ma della libertà, non della disuguaglianza ma dell’uguaglianza, ancor prima del diritto di parlare, del dovere di ascoltare; non possiamo lasciarli li, morti invano, un pezzo di marmo sul Gianicolo, seguite il loro esempio.
Se fate una passeggiata per il bellissimo colle del Gianicolo, soffermatevi un attimo su quei busti, ma soprattutto, leggete sulla balconata la loro Costituzione, simbolo della vera Italia e Roma da ricordare e onorare.
Marcello Colasanti
Consiglio a tutti di visitare il bellissimo Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina, proprio sul Gianicolo, all’interno della Porta Aurelia / San Pancrazio.
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