Il 25 Gennaio inizierà il nuovo anno secondo il calendario tradizionale cinese, periodo di festa che avrà conclusione l’8 Febbraio, con l’inizio della Festa delle Lanterne.
Sarà l’anno del Topo di Metallo (associato all’oro), secondo l’astrologia cinese i nati sotto questo segno sono meticolosi, intelligenti e carismatici, abbinati all’elemento del Metallo anche controllati, ambiziosi, energici e risoluti.
Ma quali sono le antiche radici da cui provengono le attuali tradizioni?
Il colore rosso, i fuochi d’artificio, i famosi ravioli… cosa simboleggiano in questi giorni per la cultura cinese?
QUANDO E PERCHE’ ?
Quest’antichissima e importante festività cinese, ogni anno cade in un giorno differente compreso tra il 21 Gennaio e il 19 Febbraio, data la variabilità dell’antico Calendario Cinese che, diversamente dal nostro Gregoriano di tipo solare, è lunisolare: basandosi sui cicli lunari, inserisce un mese intercalare (aggiuntivo) ogni 2-3 anni per mantenere una durata media uguale a quello solare. Anche i calendari babilonesi, greci, celtici, ebrei e indù erano di questo tipo.
Perciò, il capodanno corrisponde al secondo novilunio (quando la luna è totalmente in ombra) dopo il solstizio d’inverno (la declinazione minima del sole), giorno dedicato a Shangdi, divinità o entità che nella lunga storia cinese muterà sensibilmente di significato: da generico “essere” supremo, all’assimilazione del culto imperiale dalla dinastia Shang (1700-1100 a.C.), rappresentando anche le celebrazioni legate al “cielo”,

tanto che fino alla dinastia Ming (1368-1644), il solstizio d’inverno lo si troverà ancora legato al suo nome (il termine “Shangdi” viene utilizzato anche dai taoisti come appellativo di rispetto, da non confondersi con la divinità in questione). Proprio per questa sua unicità di “essere supremo” (anche se per un solo periodo) nel panorama religioso cinese, che non contempla una figura assimilabile al nostro concetto di Dio, onnipotente e unico; la parola Shangdi verrà utilizzata nei testi protestanti per tradurre la parola e il significato di “Dio” occidentale.
Attualmente, in Cina è in vigore il calendario Gregoriano, ma le festività mantengono la datazione di quello tradizionale cinese.
LA LEGGENDA

Nelle antiche leggende cinesi, si narra del mostro Nian, molto simile ad un leone o un cane, che nei giorni coincidenti al Capodanno e ai primi di primavera, scende dalle montagne per attaccare gli umani, prediligendo i bambini. Questo mostro è spaventato dal colore rosso, dalla luce (manifestandosi solo di notte) e dai rumori forti.
Anticamente, proprio per scacciare via la minaccia incombente, si ricorreva alla decorazione delle abitazioni con ornamenti rossi, vestire capi dello stesso colore, esplodere petardi, fuochi d’artificio, e la rappresentazione della famosa e “chiassosa” Danza del leone, eseguita da artisti marziali e acrobati con piatti, percussioni, gong e il famoso costume da bestia.
Tutte queste attività sono rimaste nella tradizione del Capodanno cinese, che tutt’oggi possiamo riscontrare nelle usanze della Repubblica popolare; alcune, come l’indossare dei capi di colore rosso in primo luogo biancheria intima, arrivate fino in occidente.
Una curiosità: il termine “Nian” indica sia il celebre mostro mitologico, che la parola “anno”; perciò, l’augurio usuale che si esprime con “guo nian”, ha il doppio valore di “che passi l’anno” e “che passi la bestia”.
IL CAPODANNO OGGI
A prescindere dalle leggende e superstizioni, nell’antichità come oggi, il Capodanno rappresenta per i cinesi la fine di un duro anno di lavoro e l’occasione per un meritato riposo, con l’augurio di un nuovo anno prospero e fortunato, da passare principalmente in famiglia.
Sempre in relazione alle antiche tradizioni, si hanno una serie di attività nell’arco di questi 15 giorni.

Come Festività nazionale, in Cina vengono riconosciuti 3 giorni di ferie.
Nei giorni precedenti, si procede ad un’accurata pulizia della casa, proprio per “pulire via” l’anno che sta per passare, simboleggiato da un aspetto negativo, quello dello sporco e metaforicamente dalla “sfortuna”, preparando la casa ad accogliere la nuova “fortuna” che sta per arrivare.
La casa viene decorata, come precedentemente detto, con ornamenti, ninnoli, lanterne di colore rosso, vero simbolo del Capodanno e di buon auspicio e prosperità.


Il Capodanno è soprattutto una festa famigliare, in cui si ritorna ai propri luoghi di origine. Durante la vigilia, insieme ai propri parenti, si consuma un banchetto a base di pesce, che in cinese si pronuncia “Yu”, uguale alla parola “risparmiare” (risparmio che si effettua a fine anno proprio in vista del nuovo), insieme all’altro simbolo del Capodanno da quasi due millenni, i Jiaozi, i famosi ravioli tanto apprezzati anche in occidente, con

ripieno di carne di maiale, manzo, gamberetti, pesce o verdure, sia nelle varianti bolliti (Jiaozi), al vapore (zhengjiao) e alla piastra (guotie). La tradizione vuole che più se ne mangiano nella sera di capodanno, più fortuna si avrà nell’anno nuovo.
A completare il pasto c’è il tortino di riso “Nian Gao” con datteri, noci e foglie di loto, il cui significato del suo nome è “migliorare di anno in anno”.
Alla mezzanotte è tradizione, assimilata anche qui da noi, l’esplosione di petardi e fuochi d’artificio, seguiti dallo scoppio di tre colpi più grandi, che rappresentano l’uscita del vecchio anno e l’entrata del nuovo (usanza che si ripete ad ogni spettacolo pirotecnico, con i tre colpi finali).
Estremamente tradizionale è lo scambio di buste rosse contenenti dei piccoli doni, solitamente soldi, per parenti, coppie sposate e giovani. Anche se possono essere utilizzate per il regalo di somme più alte, generalmente s’inseriscono delle monete, quindi dal valore puramente simbolico, sempre di numero paro (dato che il disparo è associato al regalo di denaro ai funerali) e mai quattro, considerato sfortunato, contrariamente al suo doppio, l’otto, fortunato per eccellenza. Negli ultimi anni è divenuto usuale tra i giovani l’invio di “buste rosse digitali”, tramite computer e social network.

GIORNO PER GIORNO.
I primi giorni della festività vengono cadenzati da attività tradizionali, mirate a costruire le condizioni d’armonia ideali per l’anno appena iniziato.
Il primo giorno, a livello pubblico, è colorato dalla sfilata allegorica e dalla Danza del leone, che percorre le strade cittadine principali.
Questo giorno è dedicato alla visita dei parenti più stretti, principalmente genitori e nonni, mentre per il cibo, negli ambienti buddisti ci si astiene dal mangiare carne, evitando l’accensione di fuochi.

Il secondo giorno attinge dai tempi arcaici una tradizione, la visita ai genitori delle donne sposate, dato che anticamente la sposa incontrava molto di rado i propri genitori dopo le nozze; naturalmente i tempi sono cambiati, ma le tradizioni rimangono anche per ricordare antichi aspetti della società.
Dal secondo al quarto giorno si dedica particolare attenzione alla preghiera, in special modo alla commemorazione e culto dei defunti, con l’accensione di ceri e incensi.
Nel terzo e quarto, si tende a stare in casa e ad evitare visite, secondo la credenza comune è più facile generare litigi, unito al fatto che rimangono dedicati al ricordo dei defunti.

Il quinto giorno è molto importante a Taiwan, la cosiddetta “Cina capitalista”, che viene associato al dio della ricchezza Bi Gan; in questo giorno vengono riaperti, tra i festeggiamenti, gli esercizi commerciali sull’isola.
Il settimo giorno è singolare, dato che ognuno si considera più vecchio di un anno. Secondo l’antica mitologia cinese, venne creato l’uomo dall’imperatrice Nuwa, una dei “Tre augusti” che regnarono per primi sulla Cina. Elevata poi a divinità taoista, è uno dei classici processi millenari di fusione tra personaggi reali con figure mitologiche. Questa festività, chiamata Renri, è celebrata in tutti i paesi asiatici che hanno subito l’influenza storica e culturale cinese, come il Giappone.

Il nono giorno è di preghiera per tutti i taoisti, che celebrano l’Imperatore di Giada, antica divinità della religione tradizionale cinese associata all’universo e al “paradiso” (inteso come mondo extraterreno), che nel canone taoista è divenuto la controparte di Yuanshi Tianzun, uno dei “Tre puri”, allegorie delle tre fasi di manifestazione del Tao, la costante forza in movimento che scorre in tutta la materia; come spiegato precedentemente, in una religione come il Taoismo che non ammette una visione occidentale di “Dio”, l’Imperatore di Giada va inteso come la rappresentazione simbolica di un custode della moralità.
LA FESTA DELLE LANTERNE
Il quindicesimo giorno, primo plenilunio dell’anno, porta a conclusione il Capodanno con una nuova celebrazione, la “Festa delle lanterne”.
Le città vengono illuminate da tantissime lanterne e nelle ore notturne si passeggia per le vie accompagnati da una di queste. Su ogni lanterna vengono incollati foglietti di carta con scritti degli indovinelli che ognuno può leggere e divertirsi a risolvere, tradizione addirittura millenaria. La festa nasce nel periodo della dinastia Han (206 a.C. – 220 a.C.), ma l’origine si perde in decine di leggende, che vanno dall’Imperatore di Giada, ad antichi guerrieri, alla divinità della fortuna Tianguan, fino a Taiyi, divinità legata alla costellazione del Grande Carro.
Da semplici lanterne in carta, quelle moderne sono di complessa fattura e forma, rappresentando le più disparate forme, con esposizioni e mostre nei parchi più importanti.
Cibo tipico della festa è il Tanguyan, palline di farina di riso, semplici o ripiene, servite in acqua di bollitura.
L’OROSCOPO CINESE
Il capodanno è strettamente legato all’astrologia cinese, che attribuisce ad ogni anno un elemento tra Legno, Fuoco, Metallo, Acqua e Terra, ed uno dei 12 animali che compongono i segni dello zodiaco cinese: Topo, Bufalo, Tigre, Coniglio, Drago, Serpente, Cavallo, Capra, Scimmia, Gallo, Cane e Maiale.
Le decorazioni sono fortemente influenzate dal segno e dall’elemento, con rappresentazioni varie dell’animale che simboleggia il nuovo anno; come riportato in apertura, il 2020 appartiene al Topo di Metallo (in questo caso d’oro).
IL CAPODANNO NEL MONDO
Le celebrazioni del Capodanno Cinese sono ormai di portata internazionale, grazie alle comunità cinesi che organizzano eventi nelle maggiori città del mondo, anche con il contributo e patrocinio delle istituzioni locali.
A Roma si è celebrerà il 2 Febbraio a Piazza San Giovanni in Laterano.
Colasanti Marcello
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