Pubblicato il 30 Luglio 2013
Questa è la lettera che Mark Covell, giornalista inglese che si trovava per lavoro al G8 di Genova, ha inviato al giudice del tribunale di sorveglianza di Genova.
Il giornalista fu quasi ucciso nell’irruzione delle forze dell’ordine eseguita il 21 Luglio 2001 nella scuola Diaz, ricordo, definito da Amnesty international:
“la più grande sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale, dalla fine della II guerra mondiale”.
La gravità dell’accaduto non risiede solo nel contesto dell’aggressione, ma anche e soprattutto, nel dopo e nel ragionamento dietro l’aggressione.
Il problema è nella sicurezza dell’impunità che muove tali soggetti. Sanno con certezza che, in un modo o nell’altro, la legge, non è uguale per tutti.
Con manomissioni, omissioni, depistaggi, pressioni, intimidazioni, è stata evitata l’applicazione della giustizia su quegli uomini che dovrebbero far rispettare le leggi, ma invece ne sono al di sopra.
Se non risolveremo…
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