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Per Notre-Dame. Nella Francia che normale non è…

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Non so se il sentimento predominante sia la rabbia o il dolore.

Chiaramente, il dolore è immenso. Per chi ama minimamente l’arte, la storia fino alla letteratura, non può non sentirsi coinvolto in un dramma del genere. Ancor di più se quel luogo è entrato a far parte, magari più di una volta, della propria vita.

Parliamo del vero simbolo storico di Parigi. Che non è la Torre…

Tutto è ancora incerto; cause, motivazioni, supposte colpe.
In una situazione di fiducia e normalità, ogni commento andrebbe posticipato in un secondo momento. Ma in questo particolare momento storico, special modo in Francia, se manca qualcosa è proprio normalità e fiducia. E ascoltando anche i commenti delle autorità francesi, per non parlare delle solite banalità da TG italiano, qualche commento è più che opportuno.

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Partiamo da ciò che abbiamo visto. Un allarme scattato alle 18:50.

Per chi non è avvezzo con la gestione del patrimonio artistico e monumentale, c’è da menzionare una doverosa precisazione.
Ogni grande monumento, museo o area archeologica ha un minuzioso, particolareggiato e studiato piano di emergenza, differente in caso di terremoto, attacco terroristico, attacco bellico, inondazione e… incendio. Piano che coinvolge uomini e mezzi di corpi e dipartimenti differenti tra loro, per un lavoro coordinato.
Anche noi italiani (che se pensiamo alla gestione della Domus Aurea romana o all’area archeologica di Pompei, abbiamo poco su cui star tranquilli) sul piano di unità di crisi legata ai beni culturali, siamo ben organizzati.

Tornando alle immagini, soprattutto alle primissime, l’utilizzo di mezzi appositi per lo spegnimento d’incendi e per la prevenzione della loro propagazione, in special modo su quelli aerei, è stata nulla…
La cattedrale si trova su di un’isola, contigua a la Senna, che rende l’utilizzo di qualsiasi mezzo, anche acquatico, agevole.
Ho ascoltato attentamente gli interventi nei comunicati delle forze di polizia e dei pompieri durante le concitate ore, l’inefficienza iniziale è stata attribuita “alle strade strette di Parigi”. Motivazione assolutamente mendace e falsa. I piani di emergenza, non solo per opere monumentali, ma anche per il semplice assetto urbano, viene studiato in funzione di esso, quindi non è accettabile una scusa simile. Questo renderebbe, inoltre, ancor più inspiegabile il non utilizzo di mezzi aerei.
Per arrivare al capolavoro, la risposta della Polizia dopo oltre un’ora di emergenza: “Brucerà a lungo”. Una risposta da sollevamento immediato dal ruolo.
Ma in generale, senza entrare nei particolari, rimane che su un monumento simbolo di una capitale europea come Parigi, non sia stato applicato lo studiato piano di emergenza, sicuri del fatto che ce ne sia uno, portando nelle ore successive l’emergenza iniziale in un disastro totale.

Questa puntualizzazione, polemica se preferite, nasce per le motivazioni di cui sopra.
In Francia, non c’è una situazione normale (parola brutta, normalità, ma rende bene).
E in ogni situazione anomala, il fato è sempre molto ristretto.
Parliamo di un paese che ci ha spudoratamente mentito sulle dinamiche delle tragiche vicende di Charlie Hebdo, del Bataclan, di ogni sabato sui Gilets Jaunes.
Si… il riflettere un attimo, credo sia doveroso per la dignità di ognuno e non per stupido complottismo. Quello è pane per ignoranti, populisti e fascisti. Lasciamolo a loro…

La Francia è a 6 mesi di proteste. Sei mesi… un periodo enorme.
Troviamo il tempo per parlare tanto e male del Venezuela, ma non lo troviamo, in maniera corretta, per il paese qui accanto a noi, sull’orlo della guerra civile.

Quel che è andato distrutto, è un simbolo.
Ora, che vi piaccia o meno, la Francia è tutta ferma, sotto shock.
Lo siamo noi, pensate loro.

La caduta di un simbolo è sempre sedativo per la rabbia (o scintilla, in base a quale), distrazione per il problema, spartiacque nella linea del tempo.

La risposta al tutto, verrà dai prossimi giorni.
Intanto, il presidente Macron alle ore 20:00 avrebbe dovuto annunciare le tanto richieste riforme.

Per oggi… non lo farà…

COLASANTI MARCELLO

Un mese fa mi trovavo a Parigi per seguire le vicende dei Gilets Jaunes. Una visita alla Cattedrale di Notre-Dame è, e sarà sempre, un obbligo. Anche per un laico.
Qualche scatto di quell’occasione, fatte distrattamente, nella certezza di poterle rifare.
La vita, ci dimostra sempre, che le certezze non esistono…

 

(cliccando le singole foto, si aprirà lo slideshow)

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