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“They don’t care about us” di Michael Jackson: l’attualità di una canzone antirepressione.

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La repressione attuata dalla polizia degli Stati Uniti d’America, in particolar modo sbilanciata verso i cittadini della comunità nera, è un problema da sempre molto sentito e arrivato a livelli esasperati dopo le sempre più numerose uccisioni da parte degli agenti, in larga parte documentate da video (1.810 assassinati dichiarati solo nel 2018 e il 97% dei poliziotti non incriminati, aggiornamento all’articolo), e la sparatoria di Dallas dove un cecchino ha ucciso 5 poliziotti.

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Ma 21 anni fa, proprio un americano si espose in maniera marcata contro la repressione poliziesca e governativa, con una canzone di protesta che, nel panorama di metà anni ’90, rappresentava un atto di coraggio non da poco.

2Parliamo di “They don’t care about us” di Michael Jackson.

L’artista internazionale, a differenza di quanto possa pensare l’ascoltatore medio di musica, ha sempre inserito, velatamente o palesemente, critiche alla società e ai governi attuali con tematiche antirepressive, ambientaliste, umanitarie, pacifiste, antirazziste, con l’ideale fermo che l’attuale società non funziona e va necessariamente cambiata a favore di una partecipazione attiva votata alla solidarietà e al sociale.

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Michael Jackson dona 600.000 dollari in borse di studio per ragazzi neri.

Impegno non solo “a parole”, ma attivissimo; Michael Jackson è stata la celebrità che ha donato l’ammontare più alto in beneficenza, con una cifra difficilmente calcolabile ma che supera senza dubbio il mezzo miliardo di dollari (per cifre più alte dobbiamo cercare tra i magnati multimiliardari, come Bill Gates), donando mai nei grandi canali abituali, ma sempre supportando in prima persona le realtà dirette, come ospedali, biblioteche, riserve naturali o fondando associazioni (tematica che ha generato non pochi nemici all’artista, fuori dagli schemi della beneficenza istituzionalizzata).
Piccoli esempi: l’incasso totale del “Dangerous Tour” andò in beneficenza; il progetto “USA for Africa”, con la canzone scritta da lui “We are the world”, fu un suo progetto.

Tornando alla canzone, è estratta dall’album più “arrabbiato” del cantante, “HIStory: Past Present and Future” del 1995, arrivato dopo la prima accusa di molestie sessuali su minore del 1993 (Jordan Chandler, il bambino che all’epoca accusò il cantante, dopo la morte di his.jpgquest’ultimo e ormai divenuto adulto, ammise che il padre Evan lo spinse a dire il falso e confermò l’innocenza di Jackson), evento su cui si celano dietro enormi interessi economici che tirano in causa sia persone che grandi società (non è la ragione dell’articolo spiegare l’innocenza di Jackson, molto complessa, ma potete in parte approfondire CLICCANDO QUI). In quel teatro di falsità e di sciacallaggio mediatico senza precedenti, che si ripeterà anche nel 2003, grandi responsabilità furono da attribuire alla stessa gestione, se non proprio collusione, delle autorità americane, basti pensare al Procuratore Distrettuale della Contea di Santa Barbara Thomas Sneddon, che utilizzò il caso Jackson in accordo con Evan Chandler come scalata politica, o agli abusi commessi dalla polizia sia nelle perquisizioni del Neverland Ranch che sulla persona di Michael Jackson durante l’arresto del 2003.

In questo clima di distruzione mediatica (come già evidenziato, appoggiata da più attori, anche governativi) si colloca l’album “HIStory”, dove la maggior parte delle canzoni è di denuncia e protesta, o comunque collocabile all’interno di quel quadro temporale così storicamente unico, sia internazionale che personale del cantante.

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“They don’t care about us”, che si presenta musicalmente con una cadenza tipicamente militaresca, è un chiarissimo attacco alla repressione governativa ed eseguita dalla polizia, in particolar modo su quella di stampo razziale subita dai neri (appartenenza, quella al popolo nero, che Michael Jackson non tradirà mai, le accuse relative allo “sbiancamento” della pelle sono, naturalmente, denigratorie per fini giornalistici; è ormai risaputo, come lui stesso più volte confermò, di essere affetto da vitiligine, malattia che causa la distruzione della pigmentazione).

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Michael Jackson e Spike Lee

Il video musicale, con la regia di Spike Lee, contiene forti scene di repressione, ambientato all’interno di un carcere americano. Per guardarlo CLICCA QUI.
Come immaginabile, il video fu pesantemente censurato, costringendo Michael Jackson e Spike Lee a produrre un secondo video ambientato nelle favelas di Salvador da Bahia in Brasile, osteggiato anch’esso dal governo Brasiliano, dato che mostrava uno dei lati più controversi del paese. Per guardarlo, CLICCA QUI.
Contro la canzone, che ricordiamo, antirepressione e antirazzista, fu scatenata anche una campagna diffamatoria alquanto bizzarra; venne accusato di razzismo.
In una strofa la canzone dice:

Jew me, sue me, everybody do me
Kick me, kike me, don’t you black or white me.

Il testo fu volutamente travisato, dato che quel “Jew me” (“Dammi dell’ebreo”) e il “Kike me” (termine dispregiativo per riferirsi a un ebreo), è un elencare alcuni degli stereotipi classici del razzismo e dell’intolleranza; un’inutile polemica.

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8.jpgMa la scure della censura, sempre per motivi legati al razzismo, fu già utilizzata su Michael Jackson, proprio su una delle canzoni antirazziste più famose di sempre, Black or White, del 1991.
In quel periodo le rivolte dei neri contro la polizia divennero sempre più grandi e organizzate, dovute all’utilizzo sproporzionato della violenza e delle continue uccisioni da parte degli agenti; proprio del 1991 lo scioccante pestaggio del tassista Rodney King, fermato per eccesso di velocità (CLICCA QUI PER IL VIDEO), ed eseguito da più di 8 agenti (inserito anche nel video di “They don’t care about us”).

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Rodney King dopo il pestaggio da parte della polizia.

I poliziotti furono incriminati, ma tutti assolti; da questa assoluzione inaccettabile, si scatenò la “Rivolta di Los Angeles” del 1992, dove per 6 giorni la città venne devastata e “l’ordine” ristabilito con il dispiegamento di 13.500 uomini della Guardia Nazionale e dell’Esercito che, per reprimere la rivolta, lasciarono nelle strade 63 morti e oltre 2.300 feriti, insieme a 12.000 arrestati.
In questo quadro veniva proiettato in contemporanea mondiale il video di “Black or White” (con un audience di mezzo miliardo di persone), che nella scena finale vede Michael Jackson distruggere dei simboli e delle scritte razziste, per poi trasformarsi in una pantera, chiudendo con una sua famosa frase:
“Prejudice is ignorance”, “Il pregiudizio è ignoranza”.

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Per questa scena, unito al fatto che la “Pantera Nera” è anche il simbolo e il nome della famosa organizzazione rivoluzionaria nera, il messaggio di opposizione al razzismo di Jackson fu utilizzato come capro espiatorio ed etichettato come “istigazione alla violenza e alla devastazione”, attribuendo a lui alcune di queste rivolte; il risultato fu la censura degli ultimi 4 minuti.

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I “The Jacksons” nel programma televisivo “Soul Train”

Accuse di razzismo che sulla figura di Michael Jackson fanno sorridere; fino agli anni ’80 inoltrati, la musica, come la società americana, era ben divisa e distinta tra “musica per neri” e “musica per bianchi” con classifiche separate. Questa spaccatura era presente anche nella distribuzione e fruizione: in televisione c’era “Soul Train” per i neri, “MTV” (nata da pochi anni) per i bianchi. Commistioni, non erano pensabili.
Con il successo dell’album “Off the wall” del 1979, Michael Jackson fu il primo artista nero a entrare nella classifica per bianchi, poi unificata; mentre in TV, dopo lo sconcertante sl-lawfuclhxaa3wx.jpguccesso dell’album “Thriller” del 1982 (il più venduto al mondo), con i suoi video rivoluzionari come “Billie Jean” e “Beat it”, lo stesso fu il primo artista nero a essere trasmesso sull’emittente per bianchi MTV. Ma non solo…
Per la realizzazione del video del brano “Thriller”, MTV collaborò in funzione di sponsor, accordandosi per un “Making of” esclusivo; in questo accordo, Jackson richiese espressamente al direttore di MTV che l’emittente si aprisse anche agli altri artisti neri, data la riluttanza da parte di esso.
Un’importanza, per quanto riguarda la società, non da poco e sempre dimenticata…

Con queste righe si spera di aver portato alla luce uno dei lati più importanti del “Re del Pop”, purtroppo mai citato, quello dell’antirazzismo e della lotta alla repressione, impegno che tanti problemi ha creato alla sua carriera e persona, con il rammarico che, nonostante i decenni passati, le stesse identiche ingiustizie denunciate sotto forma di canzoni si stanno verificando, proprio ora, negli Stati Uniti.

Colasanti Marcello

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I Video nell’articolo:

La traduzione e il testo della canzone:

They don’t care about us (A loro non importa di noi)

Skin Head
Testa morta
Tutti Andati male
Situazione
Peggioramento
Tutti
Accusa
Nella suite
Sulle news
Tutti Cibo per cani
Bang Bang
Morte da shock
Tutti quanti sono
diventati matti

Tutto ciò che voglio dire è che
A loro non importa di noi
Tutto ciò che voglio dire è che
A loro non importa di noi

Picchiami
Odiami
Non puoi mai rompermi!
Desiderami
Emozionami
Non puoi mai uccidermi!
Fammi
Processami
Tutti mi fanno
Prendimi a calci
Colpiscimi
Non mi fai oscurare o illuminare!

Tutto ciò che voglio dire è che
A loro non importa di noi
Tutto ciò che voglio dire è che
A loro non importa di noi

Dimmi cosa è diventata la mia vita!
Ho una moglie e due bambini che mi amano
Sono la vittima della brutalità della polizia ora!
Sono stanco di essere vittima dell’odio
Mi stai privando del mio orgoglio!
Oh per amor di Dio
Guardo al paradiso per compiere la sua profezia …
Liberami!
Testa scuoiata
Testa morta
Tutti andati male
Trepidazione
Speculazione
Tutti
Accusa
Nella suite
Sulle news
Tutti
Cibo per cani
Uomo nero
Posta nera
Sbatti il fratello in prigione

Tutto ciò che voglio dire è che
A loro non importa di noi
Tutto ciò che voglio dire è che
A loro non importa di noi

Dimmi cosa sono diventati i miei diritti!
Sono invisibile perchè mi ignori?!
La tua dichiarazione mi aveva promesso libertà ora!
Sono stanco di essere vittima della vergogna
Mi stanno sbattendo in una categoria con un brutto nome!
Non posso credere che questa sia la terra da dove provengo!
Sai che odio realmente dirlo
Il governo non vuole vedere!
Ma se Roosevelt fosse vivo
Non avrebbe permesso che ciò accadesse no no!
Testa scuoiata
Testa morta
Tutti andati male
Situazione
Speculazione
Tutti
Litigio
Picchiami
Colpiscimi forte
Non puoi mai gettarmi via!
Colpiscimi
Prendimi a calci
Non puoi mai avermi!

Tutto ciò che voglio dire è che
A loro non importa di noi
Tutto ciò che voglio dire è che
A loro non importa di noi

Alcune cose nella vita non vogliono proprio vederle
Ma se Martin Lutero fosse vivo
Non lascerebbe che questo succedesse

Testa scuoiata
Testa morta
Tutti andati male
Situazione
Segregazione
Tutti
Accusa
Nella suite
Sulle news
Tutti
Cibo per cani
Prendimi a calci
Attaccami
Non mi farai essere nel torto o nel giusto

Tutto ciò che voglio dire è che
A loro non importa di noi
Tutto ciò che voglio dire è che
A loro non importa di noi

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They don’t care about us

Skin head, dead head
Everybody gone bad
Situation, aggravation
Everybody allegation
In the suite, on the news
Everybody dog food
Bang bang, shot dead
Everybody’s gone mad

All I wanna say is that
They don’t really care about us
All I wanna say is that
They don’t really care about us

Beat me, hate me
You can never break me
Will me, thrill me
You can never kill me
Jew me, sue me
Everybody do me
Kick me, kike me
Don’t you black or white me

All I wanna say is that
They don’t really care about us
All I wanna say is that
They don’t really care about us

Tell me what has become of my life
I have a wife and two children who love me
I am the victim of police brutality, now
I’m tired of bein’ the victim of hate
You’re rapin’ me off my pride
Oh, for God’s sake
I look to heaven to fulfill its prophecy…
Set me free

Skin head, dead head
Everybody gone bad
Trepidation, speculation
Everybody allegation
In the suite, on the news
Everybody dog food
Black male, black mail
Throw your brother in jail

All I wanna say is that
They don’t really care about us
All I wanna say is that
They don’t really care about us

Tell me what has become of my rights
Am I invisible because you ignore me?
Your proclamation promised me free liberty, now
I’m tired of bein’ the victim of shame
They’re throwing me in a class with a bad name
I can’t believe this is the land from which I came
You know I really do hate to say it
The government don’t wanna see
But if Roosevelt was livin’
He wouldn’t let this be, no, no

Skin head, dead head
Everybody gone bad
Situation, speculation
Everybody litigation
Beat me, bash me
You can never trash me
Hit me, kick me
You can never get me

All I wanna say is that
They don’t really care about us
All I wanna say is that
They don’t really care about us

Some things in life they just don’t wanna see
But if Martin Luther was livin’
He wouldn’t let this be, no, no

Skin head, dead head
Everybody gone bad
Situation, segregation
Everybody allegation
In the suite, on the news
Everybody dog food
Kick me, kike me
Don’t you wrong or right me

All I wanna say is that
They don’t really care about us
All I wanna say is that
They don’t really care about us

All I wanna say is that
They don’t really care about us
All I wanna say is that
They don’t really care about
All I wanna say is that
they don’t really care about
All I wanna say is that
They don’t really care about us

LINK:
USA: NEL 2018 LA POLIZIA HA UCCISO 1810 PERSONE

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