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30 Aprile 1945, la caduta del nazifascismo e della memoria storica.

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Pubblicato il 30 Aprile 2015

Il 30 Aprile 1945, l’Armata Rossa pone la bandiera sovietica sul Reichstag; Berlino è caduta, la minaccia nazifascista sconfitta.

Una data così importante passa totalmente indifferente alle masse. Ma qui in occidente, in maniera corretta, quanti conosco le vere vicende legate alla Seconda Guerra Mondiale e cosa accadde sul fronte orientale? La risposta arriva da un sondaggio fatto da ICM Research per il portale d’informazioni russo SputnikNews; be, solo il 13%…

La maggior parte degli occidentali non conosce il reale peso dell’Unione Sovietica per la sconfitta del nazifascismo e l’importanza del fronte orientale; si ignora che la Seconda Guerra Mondiale, in realtà, si è svolta su quel fronte, dove la Germania nazista impiegò quasi l’80% delle sue forze contro l’Unione Sovietica, 228 divisioni della Wehrmacht contro le sole 58 impiegate in occidente contro Francia, Inghilterra e Stati Uniti; si ignora che il prezzo che pagò l’Unione Sovietica fu il più alto di tutte le nazioni coinvolte con 27 milioni di morti (leggere nota a fondo) con stime fino ai 30, che sugli oltre 60 milioni di morti totali della guerra, fanno in pratica la metà delle perdite umane (da ricordare anche le perdite della Cina, sempre ignorate, 20 milioni…), dove la Wehrmacht avanzava senza fare prigionieri, e quando ne faceva, era per alimentare il flusso di lavoratori nei campi di concentramento, utilizzati per la produzione bellica tedesca. Nelle retrovie, furono istituite le Einsatzgruppen, un reparto creato col solo scopo di sterminare il popolo sovietico, principalmente gli appartenenti al partito comunista, i commissari politici e i partigiani. Furono gli autori principali del numero vertiginoso di morti civili in Unione Sovietica. Non semplici esecuzioni, ma uccisioni sempre preceduti da indicibili atrocità, soprattutto ai danni delle donne.

Su questo, dagli anni ’50 in pieno periodo maccartista, l’occidente paga decenni d’insegnamento della storia in maniera faziosa e di parte, tendenti a screditare tutto ciò che potesse mettere in positiva luce le idee socialiste e comuniste, dato che ormai l’Unione Sovietica era divenuta il nemico principale, insinuando nelle menti l’imminente “paura rossa”, in maniera particolare in Italia, dove la storia insegnata e ufficiale seguiva i dettami tracciati dagli americani e dal Vaticano, attualizzati dalla politica della Democrazia Cristiana, partito designato a “governare” su quell’Italia inclusa nella sfera d’influenza atlantica.

E così, nelle menti occidentali, la seconda guerra mondiale è “lo sbarco in Normandia”, “El Alamein”, “lo sbarco di Anzio”… questo senza togliere nulla a quelle battaglie e a quei caduti, ma molto, se non tutto è stato tolto a quei milioni di ragazzi, donne, bambini, civili che si trovavano nei campi di battaglia o nelle strade cittadine del fronte orientale.

Con le parole del maresciallo Georgij Žukov, in riferimento all’attacco nazifascista:

«Quando volgo indietro lo sguardo, mi permetto di dire che nessun’altra direzione politico-militare di qualsiasi paese avrebbe retto a simili prove, né avrebbe trovato una via di uscita dalla situazione eccezionalmente grave che si era creata ».

Oggi, un forte ed intenso grazie a quei caduti…

NOTA: La Russia certifica le perdite umane durante la Grande Guerra Patriottica con 26.600.000 morti, con numero sempre crescente dati i ritrovamenti continui.
La Germania in Potsdamer Platz (in piena Ex Berlino Ovest, quella occidentale), nel monumento dedicato ai caduti sovietici nella Seconda Guerra Mondiale, certifica 27.000.000  di morti.

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ARTICOLO SCRITTO PER “IL GIORNALE DEL RICCIO”,
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